Il centro continua a servire i migranti, perché essi sono persone che sono rimaste senza mezzi di sussistenza e senza la possibilità di accedere a cibo e cure mediche. Di fronte a questa crisi, è stato necessario raddoppiare gli sforzi e prendere le giuste misure per affrontare i bisogni attuali nel mezzo dei rischi dovuti alla diffusione del virus. “Perché, anche se la possibilità di contrarre il virus è latente, la fame e i bisogni, in questi giorni di scarsità, sono in aumento”, spiega don Agustín Novoa, SDB, Direttore del centro salesiano. E attualmente la fila dei migranti si è triplicata, perché non hanno alcun sostegno e non sanno dove altro andare.
Da poco più di 30. anni questo Refettorio serve pasti, accompagna e accoglie i più vulnerabili, soprattutto migranti. A causa della Covid-19, refettorio ha sospeso le altre attività ordinariamente attive, quali consulenza legale, l’assistenza psicologica, sportello per il lavoro, servizio di parrucchiere, sostegno scolastico per bambini e attività oratoriane nel fine settimana.
Nelle ultime tre settimane non è stato possibile “ricevere i nostri beneficiari a casa e in famiglia, invitarli a mangiare a tavola” per evitare la folla, racconta Claudia Portela, una Salesiana Cooperatrice, attiva presso il Refettorio. Tuttavia, il servizio del refettorio rimane aperto un’ora e mezza più a lungo del solito e serve poco più di 1.200 pasti “da asporto” in contenitori di plastica in cui si mette il cibo – riso o fagioli, un pezzo di pane, carne o uova, una bevanda da 250 millilitri e talvolta frutta – e si continua a distribuire generi di prima necessità.
Coloro che collaborano alla preparazione e alla consegna degli alimenti rispettano le misure sanitarie indicate dalle istituzioni sanitarie. I volontari indossano mascherine che coprono la bocca e guanti; aiutano a disinfettare con gel antibatterico le mani di coloro che riceveranno il cibo e li fanno entrare nell’area di consegna degli alimenti di tre in tre. I dispositivi di sicurezza per i volontari (guanti, mascherine e gel) sono stati donati, ma attualmente sono esauriti.
Il servizio di cura sanitaria rimane attivo e continua a servire circa 40 pazienti al giorno. I dottori sono in possesso di filtri medici e valutano coloro che hanno qualche indicazione di malattie respiratorie, oltre a continuare la routine quotidiana di valutazione e trattamento di altre possibili malattie.
Per ora, il ricovero temporaneo per i migranti ha dovuto sospendere gli ingressi, anche se è occupato solo per metà. Ciò è stato fatto per curare la salute delle 53 persone che vi erano già ricoverate prima dell’emergenza sanitaria e in considerazione dell’impossibilità di fornire a più persone i tre pasti giornalieri, a causa del calo delle donazioni.
In uno scenario come questo, chiudere il Refettorio non è un’opzione, poiché migliaia di persone ne sarebbero colpite e l’unica possibilità per queste persone sarebbe quella di rubare o di ricorrere alla droga, aumentando così il livello di violenza e mettendo a rischio la loro stessa salute o persino la vita.
Con un buon numero di benefattori negli Stati Uniti e le frontiere chiuse; di fronte alle istruzioni date in molti Paesi di rimanere a casa, e alle difficoltà economiche che ciò comporta, le donazioni sono chiaramente diminuite. Tali contributi sono la linfa vitale del lavoro salesiano e senza di essi si potrebbe rallentare il sostegno umanitario ad altre persone bisognose.
Anche la sig.ra Portela afferma che, affinché il Refettorio possa rimanere attivo nelle prossime settimane, è necessario poter acquistare cibo da preparare e consegnare, recuperare indumenti perché volontari e medici possano mantenere le misure sanitarie adeguate, e pagare il gas per poter cucinare.