A quali progetti parteciperanno questi giovani?
Il progetto che unisce i Salesiani del Centro Italia a quelli dell’Egitto è molto semplice: si tratta di un aiuto reciproco. Noi siamo impegnati su due fronti: nell’invio di volontari per sostenere le attività educative e didattiche che si svolgono durante l’estate e nel sostegno economico a mini-progetti di solidarietà, che abbiamo studiato insieme ai confratelli presenti in loco.
Si tratta di progetti che hanno innanzitutto a cuore la formazione dei giovani egiziani, attraverso l’insegnamento della lingua italiana a coloro che frequenteranno le scuole italiane (istituti tecnici industriali o professionali de Il Cairo e di Alessandria), l’animazione del cortile, il finanziamento di borse di studio o alle spese per la formazione integrale degli educatori.
E chi sono questi giovani che si preparano ad andare in Egitto?
Sono persone normali: giovani universitari o dell’ultimo anno delle superiori, o alle prese con le prime esperienze lavorative. Per la maggior parte sono attivamente impegnati nel proprio ambiente salesiano come educatori. Si sono preparati durante l’anno attraverso il percorso della Scuola di Mondialità, e poi in forma più intensiva con il Corso Partenti, che mira a preparare più direttamente i volontari a vivere in pienezza l’esperienza missionaria in Egitto. Per loro sarà un’esperienza di allargamento di cuore e di mente, a contatto con le povertà del mondo, in un clima di spiritualità salesiana nello stile educativo.
Non è novità in assoluto…
È il terzo anno che andiamo in Egitto. Se la prima “spedizione” ha avuto più lo scopo di conoscere e di studiare il progetto missionario di collaborazione, lo scorso anno 13 giovani hanno vissuto un mese intero al Cairo, impegnati a mettersi in discussione: è dura confrontarsi con la sporcizia ad ogni angolo, con la vita di mezzo milione di persone nella discarica di Moqattam, con il sorriso limpido dei giovani profughi sud-sudanesi, costretti a scappare dalla loro patria perché Cristiani…
Qual è il senso della presenza salesiana in Egitto?
Il futuro dell’Egitto e nell’educazione! Ecco credo che noi Salesiani in questo possiamo dare il nostro apporto specifico, senza distinzioni di provenienza o credo religioso, ma certamente con un occhio di riguardo per i più bisognosi.
È una attività missionaria a pieno titolo?
Direi proprio di sì! Il Rettor Maggiore ci ha consegnato proprio il Medio Oriente come frontiera missionaria! È missionaria perché non l’abbiamo scelta noi, ma siamo stati “inviati”; perché ci mette a contatto con le povertà del mondo; perché continua a testimoniare con semplicità la fede cristiana in un contesto a prevalenza islamica; perché permette a dei giovani di assaporare la bellezza di un tempo prolungato di donazione a beneficio di altri; è missionaria, infine, perché suscita scelte ancora più coraggiose, di donazione totale della propria vita a servizio degli altri e del buon Dio.
Fonte: DonBosco.it