RMG – Promuovere uno sviluppo umano integrale sostenibile
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11 Aprile 2024

(ANS – Roma) – Oggi il termine “sviluppo” è molto utilizzato, ma spesso da una prospettiva filantropica o ideologica. Ecco perché è importante parlare di sviluppo sostenibile integrale da una prospettiva cattolica. A farlo, nel giorno della ricorrenza mensile della Spedizione Missionaria Salesiana, è il Consigliere Generale per le Missioni, don Alfred Maravilla.

“Lo sviluppo” è un termine che ha diverse implicazioni. ONG, fondazioni e innumerevoli organizzazioni sono coinvolte in progetti di sviluppo. I modelli di sviluppo meramente economici e tecnologici sono insufficienti. Infatti, lo sviluppo non è solo la riduzione della povertà e della disuguaglianza, né solo l’accumulo di ricchezza e una maggiore disponibilità di beni e servizi. Un modello di sviluppo tecnocratico considera la natura come fonte infinita di energia e di risorse naturali, sostenendo falsamente che gli effetti negativi dell’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, dell’uso intensivo di combustibili fossili e della distruzione senza precedenti degli ecosistemi possano essere facilmente reintegrati (Laudato Si 23, 24, 106; Caritas in Veritate 23).

Allo stesso modo, i modelli di sviluppo che rifiutano ideologicamente Dio o che sono animati da un ateismo dell’indifferenza, diventano ignari del Creatore e rischiano di diventare altrettanto ignari dei valori umani. Infatti, privano le persone della forza spirituale e morale, indispensabile per raggiungere uno sviluppo umano integrale. “L’essere umano si sviluppa quando cresce nello spirito, quando la sua anima conosce se stessa e le verità che Dio vi ha germinalmente impresso, quando dialoga con se stesso e con il suo Creatore” (CV 76). Un modello di sviluppo senza Dio finisce per perseguire uno sviluppo esclusivamente a livello umano, che può facilmente cadere nella trappola di pensare di poter realizzare la propria salvezza finendo per promuovere una forma disumanizzata di sviluppo.

Lo sviluppo deve essere “vero”, “integrale” e “sostenibile”, nel senso che considera le dimensioni economiche, sociali, politiche, culturali e spirituali della persona umana che deve prendersi cura del Creato per le generazioni successive. “Lo sviluppo umano integrale sostenibile” è una visione olistica dello sviluppo radicata nell’insegnamento sociale cattolico, ma condivisa anche da altre tradizioni religiose e di fede, nonché da tradizioni filosofiche e sapienziali.

Esso promuove il bene di ogni persona e di tutta la persona alla luce del Vangelo, ovvero gli aspetti culturali, economici, politici, sociali, spirituali, di appartenenza religiosa, relazionali, ambientali ed ecologici per aiutare ogni persona umana ad essere di più piuttosto che semplicemente ad avere di più.

L’apertura a Dio rende aperti agli altri e alla comprensione della vita come compito gioioso da realizzare in uno spirito di solidarietà. Pertanto, al centro dello “sviluppo umano integrale sostenibile” si trovano il rispetto e l’apertura alla vita, che rafforzano la fibra morale dei popoli e fanno comprendere meglio le necessità dei poveri (CV 11, 28, 29, 78, 79). Per questo la Chiesa “si dedica a un’evangelizzazione che promuove l’intero essere umano” (Centesimus Annus 55).

Lo sviluppo umano integrale sostenibile si basa su tre principi: Dignità umana, Solidarietà e Sussidiarietà. La dignità umana è radicata nella convinzione che la persona umana è creata a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1,26), conferendo così a ciascun individuo una dignità incomparabile. La dignità umana è la base dell’unità della famiglia umana e dei nostri diritti umani inviolabili. È il principio primo della dottrina sociale cattolica (CCC 1700).

La solidarietà è radicata nel riconoscimento che siamo gli eredi delle generazioni precedenti, che traiamo beneficio dagli sforzi di chi ci ha preceduto e da quelli dei nostri contemporanei e che siamo chiamati a prenderci cura del Creato per le generazioni successive. Non possiamo quindi trascurare il benessere delle generazioni che verranno dopo di noi e quello della generazione attuale. Siamo in obbligo verso tutti. La solidarietà nasce dalla fede, implica un fermo impegno per il bene comune e promuove la responsabilità personale come fondamento della libertà individuale (Popolorum Progressio 17).

La sussidiarietà, principio chiave degli insegnamenti sociali della Chiesa, è l’assistenza fornita dal livello superiore all’ordine inferiore attraverso mezzi adeguati. Inversamente, implica che il livello superiore non prenda decisioni destinate al livello inferiore competente, privando quest’ultimo delle sue funzioni (CCC 1883). La sussidiarietà è un principio prescrittivo nel processo decisionale che permette l’autentica libertà, la partecipazione, la responsabilità personale e che rispetta la dignità della persona umana che è sempre in grado di dare qualcosa agli altri (CV 57).

Don Bosco, consapevole delle implicazioni sociali del suo lavoro, ha cercato di formare i giovani ad essere “onesti cittadini e buoni cristiani”. Oggi, come Comunità Educative Pastorali, educhiamo ed evangelizziamo i giovani per portarli alla piena maturità, aprendoli alla verità, sviluppando la loro libertà responsabile, promuovendo il loro impegno per la giustizia, la pace e la cura del Creato (Cost 31-33).

 

Per la Riflessione e la Condivisione

1. Qual è il mio modello di sviluppo?

2. Come possiamo promuovere lo sviluppo integrale sostenibile di coloro che ci sono affidati?

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