All’inizio della celebrazione mons. Stefano Ottani, Vicario Generale dell’arcidiocesi di Bologna, ha portato il saluto della diocesi, mentre don Francesco Cereda, Vicario del Rettor Maggiore, nell’omelia ha ricordato come “la testimonianza di don Elia e di padre Martino è per noi un incoraggiamento nel percorrere il cammino di santità che trova un’espressione feconda nella carità eroica e nel servizio generoso fino all’ultimo: essi furono pastori che non abbandonarono il gregge quando sopraggiunse il lupo per rapire le pecore”.
Alla processione offertoriale si è voluto ricordare come la mattina del 29 settembre 1944 don Comini e p. Capelli corsero a soccorrere le vittime della Creda e affrontarono la furia nazista rivestiti delle “armi sacerdotali”: la stola, segno di Cristo buon Pastore che cerca la pecora ferita e la porta sulle sue spalle; l’olio degli infermi, segno di Cristo buon Samaritano che medica e consola i feriti nel corpo e nello spirito; il breviario, segno di Cristo sposo che ama la Chiesa sua sposa; il pane e il vino, segno di Cristo Vittima e Sacerdote che dona la vita per i fratelli.
Al termine dell’Eucaristia durante la processione alla “Botte”, luogo dell’eccidio, sono state cantate le litanie della Madonna, ricordando quello che fece don Elia Comini in compagnia con le vittime della strage la sera del 1° ottobre 1944, quando realizzò il proposito della sua prima Messa: “Tutti coloro che mi avvicineranno, dovranno aver incontrato non il dotto, non l’uomo, ma il sacerdote, il ministro, il servo di Gesù”.
Lo scorso 8 ottobre don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, ha consegnato, dietro richiesta della Congregazione delle Cause dei Santi, la Postio suppletiva super martyrio di don Elia Comini, redatta dalla Dott.ssa Lodovica Maria Zanet, avendo come Relatore mons. Maurizio Tagliaferri.
La Causa del Servo di Dio don Elia Comini infatti iniziò negli Anni Novanta come super virtutibus, benché già sussistesse fama di martirio del Servo di Dio. Nel 2018, a seguito un Dossier con il quale – alla luce di elementi ritenuti nuovi e probanti – si propendeva a sostenere la tesi a favore dell’asserito martirio del Servo di Dio, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, chiedeva formalmente al Prefetto della Congregazione della Causa dei Santi, cardinale Angelo Becciu, che la Causa del Servo di Dio potesse essere studiata come Causa super martyrio.
Nella risposta il cardinale Becciu rispondeva che il passaggio della Causa di don Elia Comini da super virtutibus a super martyrio “non solo è possibile, ma è opportuno per il rispetto che si deve alla verità storica”.
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