Mons. Menamparampil ha incontrato in varie occasioni don Tom Uzhunnalil e ha conosciuto personalmente anche lo zio di lui, don Mathew, fondatore della missione salesiana in Yemen.
Su don Tom, mons. Menamparampil ha detto in un’intervista ad AsiaNews: “ho ammirato fin dall’inizio il suo coraggio e la sua accortezza in tutte le situazioni”; era “pronto a subire questo destino” ed anzi, “ha sempre incoraggiato le suore a restare, anche al prezzo del martirio. Ed è proprio quello che hanno fatto” ha raccontato il presule, ammettendo pure di essere “scoppiato in lacrime” quando ha appreso la notizia della morte delle 4 Missionarie della Carità durante l’attacco alla loro opera ad Aden.
Di recente il vescovo ha visitato la famiglia di don Tom a Ramapuram, nel Kerala, e ricordato loro l’ondata di solidarietà che si è levata in tutto il mondo verso il Salesiano. Come fanno molti gruppi di fedeli del posto, anche il presule si è offerto di pregare insieme al fratello maggiore di don Tom, Mathew. “Siamo partiti dai primi cinque versi del Salmo 20, il mio preferito”. “Come ho letto la prima riga, che recita ‘Possa il Signore ascoltare le tue preghiere in tempi difficili’ egli è scoppiato a piangere”.
“Alcuni anni fa – ha concluso mons. Menamparampil – don James Pulickal, salesiano indiano, venne sequestrato in Sudan e rimase alcuni anni nelle mani dei suoi rapitori. Tuttavia, la bontà di cuore del sacerdote toccò i loro cuori e alla fine lo hanno lasciato andare. Abbiamo fiducia nel Signore, e sappiamo che c’è ‘un tempo e una stagione’ per tutto”.