Secondo un rapporto UNICEF un terzo degli oltre 3mila civili uccisi nel paese è composto da bambini. Ma la realtà è ancora molto peggiore: nell’ultimo anno sarebbero morti almeno 10mila bambini al di sotto dei cinque anni per malattie curabili con facilità, a causa dell’esaurimento dei vaccini e per la mancanza di cure mediche adeguate.
Altri dati delle Nazioni Uniti calcolano vi siano almeno 320mila bambini “gravemente malnutriti”. I servizi di base e le infrastrutture sono “sull’orlo del collasso totale”. Nell’ultimo anno almeno 63 strutture sanitarie sono state oggetto di attacchi e tre sono state occupate per scopi militari.
Spesso i bambini non possono frequentare neanche le scuole, perché anch’esse sono obiettivo di “attacchi diretti”: è successo in 50 occasioni. Altre 50 sono state occupate dai combattenti e circa 1600 scuole restano chiuse per motivi di sicurezza o perché danneggiate; altre sono infine utilizzate per ospitare una parte dei 2,4 milioni di sfollati interni a causa del conflitto.
Infine, vi sono stati 848 casi di minori coinvolti nel conflitto, alcuni dei quali avevano meno di 10 anni.
Intanto, sulla sorte di don Uzhunnalil, mons. Paul Hinder, Vicario apostolico dell’Arabia meridionale, ha dichiarato nei giorni scorsi che “non vi sono nuove notizie” e in questo contesto vale il detto “nessuna nuova, buona nuova”; per questo bisogna continuare “a sperare e pregare”.
Fonte: AsiaNews