Insieme a Samai e Phirun vive Danith, che ha 16 anni e che quando ne aveva 11 perse la vista e la famiglia, che lo abbandonò sulla strada. E anche Meng, Dara, Pinch… e così via fino ad arrivare al totale di 50 bambini che fanno parte del programma “Fratello Sole” che accoglie minori vulnerabili. “È incredibile come in poche settimane questi bambini, che hanno vissuto senza infanzia, recuperano i loro sorrisi, i giochi… Ritornano definitivamente a quella che dovrebbe essere un'infanzia naturale", spiega don Albeiro.
Ai “bambini del sole”, come li chiamano, si aggiungono altri 300 bambini e ragazzi di età compresa tra i 3 e i 22 anni, che ricevono educazione e formazione professionale nell’opera salesiana “Don Bosco Kep”. “Ogni bambino, ogni giovane, rappresenta anche una famiglia, quasi sempre contadina e a basso reddito, che comprende famiglie indigene, bambini e giovani con qualche disabilità fisica, ragazze e giovani donne a rischio di sfruttamento, bambini e giovani che possono finire in reti di tratta ed emigrazione illegale” racconta il missionario, spiegando la situazione in cui si trovano i bambini di cui si prendono cura.
Presso la scuola tecnica del Don Bosco Kep i giovani, circa 200 per corso, ricevono una formazione in elettrotecnica, mezzi di comunicazione, lavori di segreteria, gestione alberghiera e programmazione. “Si tratta di una grande opportunità per questi giovani, che vedono aprirsi davanti un futuro prima impensabile” spiegano da Kep.
“Siamo molto felici quest’anno perché siamo stati in grado di completare alcune costruzioni per lo sviluppo dei nostri programmi, come un nuovo reparto elettrico e un chiosco in riva al mare, dove gli studenti possono svolgere il loro tirocinio”, aggiunge don Rodas. “E abbiamo anche aperto un progetto per commercializzare i nostri prodotti, così da aumentare la nostra sostenibilità come centro”. Questo nuovo anno 2019 continuerà ad essere un anno di sfide a Kep.