Attraverso questo progetto si è potuta sperimentare l’efficacia dei presidi educativi sul territorio, promuovendo forme di cittadinanza attiva e pratiche di solidarietà sociale tra le nuove generazioni, in un’ottica di promozione e prevenzione primaria di contrasto del disagio giovanile sociale e relazionale.
Durante il seminario finale del progetto, svoltosi nei giorni 24-25 novembre a Roma, c’è stata la votazione dei lavori che ha visto coinvolti tutti i partecipanti: destinatari, operatori, insegnanti e segreterie nazionali hanno deciso di premiare per il prodotto multimediale e l’idea più originale di riqualificazione delle periferie.
“È stato molto interessante ascoltare questi giovani dal vivo e poter vedere i video che hanno realizzato inerenti la propria attività svolta. Per il numero di centri coinvolti si è potuto avere uno spaccato dell’Italia. Sono diversi quelli che hanno riqualificato porzioni delle periferie dove vivono; l’augurio è che quanto messo in atto possa continuare con altre forme e modalità anche dopo la conclusione del progetto che sarà ai primi di gennaio del 2019”, ha detto don Giovanni d’Andrea, SDB, Presidente di Salesiani per il Sociale.
Da parte loro, i responsabili del centro diurno salesiano “Il Faro” di Ancona, hanno raccontato: “Quando abbiamo deciso di partecipare al progetto, la via della bellezza ci è sembrata la più adatta… Il desiderio dei ragazzi è stato di rendere più belli gli spazi dove si ritrovano le famiglie seguite dai Servizi Sociali di Ancona… Hanno scelto di creare un disegno che guarderanno i padri e le madri quando si prepareranno a incontrare i propri bambini, forse preoccupati per la loro distanza emotiva, forse impegnati a tenersi la tristezza dentro per non mostrarla in quel momento tanto atteso… Un disegno che rappresenta uno sguardo sul mondo, pieno di colori… Ci sembra che essere cittadini attivi sia stato, per i ragazzi del progetto, provare a regalare la bellezza a chi, per un momento, rischiava di perderla”.
“Don Bosco ci ha lasciato in eredità una certezza: ‘In ogni giovane, anche il più disperato c’è un punto accessibile al bene’. È facendo leva sul quel punto che l’educatore permette ad ogni giovane di diventare ‘buon cristiano e onesto cittadino’ – ha commentato don Carmine Ciavarella, Delegato nazionale per il Settore Emarginazione e Disagio –. I ragazzi e giovani coinvolti nel progetto Urban Re-GenerAction hanno dimostrato che in ogni periferia c’è un punto accessibile al bene, dal quale far partire una storia nuova di salvezza per ogni territorio”.
In tal senso il progetto ha insegnato che il cambiamento della società e del mondo parte dall’impegno personale e richiede l’aiuto di tutti, e che è utile cercare il bello e il bene nelle proprie realtà, che aspettano solo di essere trovati per offrire una nuova opportunità di vita.