Il motto di un vescovo in un certo senso rappresenta anche il programma pastorale: “Adveniat Regnum Tuum” (Venga il tuo Regno) è quello prescelto da mons. López, che così lo spiega: “esprime la mia convinzione che il Signore mi chiama e chiama tutta la Chiesa ad essere segno e strumento al servizio della costruzione del Regno di Dio, che è un regno di pace e giustizia, libertà e uguaglianza, di vita e verità, di amore e solidarietà”.
“Ho compreso che in molte parti del mondo questa frase viene concepita con con la missione di rendere grande la Chiesa, in modo che ci siano più cristiani, più vocazioni o più cappelle... La missione non è fare la Chiesa, ma costruire il Regno di Dio, pieno di pace, giustizia, libertà, vita, verità e amore”.
Lo stemma presenta molti profondi, significati, ma ce n’è uno uno in particolare che vale la pena enfatizzare. “Alcune onde attraversano la parte inferiore dello stemma, ricordando la presenza del mare ad Almería, sua provincia natale; a Badalona, dove ha vissuto; e ora nella sua nuova destinazione, Rabat. Ma quel doppio solco vuole richiamare anche il significato di ‘ponte’: Kenitra, città marocchina in cui don López è stato Direttore della scuola salesiana locale, significa infatti ‘piccolo ponte’. Tutto ciò simboleggia quindi anche un ponte tra Europa e Africa, Musulmani e Cristiani, Nord e Sud, ricchi e poveri”.
L'arcivescovo nominato di Rabat sarà consacrato il 10 marzo alle 10:30 nella cattedrale di Sant-Pierre della capitale marocchina. A consacrarlo saranno i cardinali Omella (Barcellona) e Amigo (emerito di Siviglia), e il Nunzio Apostolico nel Paese, mons. Vito Rallo. Sono attesi, inoltre, altri 16 vescovi, tra cui quattro Salesiani: Olaverri (Point-Noire, Congo), Nguema Bee (Ebebiyin, Guinea Equatoriale), Biord (La Guaira, Venezuela) e Godayol (emerito di Ayaviri, Perú). Concelebreranno, infine, circa 75 sacerdoti e sono attesi circa un centinaio di persone dalla Spagna.