Il “Centro Don Bosco” si trova nel Tzacanihá, vicino San Pedro Carchá, ed è l’opera che accoglie i ragazzi e i giovani di Raxruhá e della vicina città di Chamelco.
Don Antonio De Groot, SDB, fondatore e promotore di questo grande progetto educativo, ha organizzato la grande celebrazione con l’appoggio della sua nascente Congregazione Religiosa indigena, "I Missionari di Cristo Buon Pastore" e di un notevole gruppo di collaboratori.
Per tre giorni, i mille giovani che soggiornano nel "Centro Don Bosco" hanno vissuto l’allegria salesiana con musica, teatro, sport, sfilate e passeggiate: il tutto si è concluso con una celebrazione eucaristica.
L'inizio di questa avventura educativa ha un parallelo quasi perfetto con il noto aneddoto dell'incontro di Don Bosco con Bartolomeo Garelli. Don Antonio viveva e lavorava a Raxruhá, una zona lontana, quasi inaccessibile e senza alcun servizio di base, ai bordi della foresta. Un giorno un giovane indiano gli ha chiesto se poteva frequentare la sua casa per imparare a leggere e scrivere. Poco dopo si unirono a lui un secondo giovane, poi un terzo, e presto si formò un piccolo gruppo.
Man mano che il gruppo si è ingrandito, sono sorte anche le strutture elementari. Trentasei anni dopo il Centro Don Bosco ha edifici belli e funzionali, aree verdi, pulizia e ordine.
Nell'area geografica in cui opera Il progetto “Centro Don Bosco” ha rappresentato una vera rivoluzione educativa. Ha dimostrato che i giovani indiani hanno un'intelligenza attenta, una gran desiderio di svilupparsi e un'energia che straripa. È sorprendente sapere che molti studenti, riuscendo a passare dal Centro Don Bosco all'Università, ora lavorano come professionisti di tutto rispetto.
Se qualcuno cercasse oggi di immaginare l'Oratorio di Valdocco ai giorni di Don Bosco, sarebbe sufficiente intraprendere un viaggio a San Pedro Carchá!