“La pace è possibile attraverso la giustizia – scrive il porporato -. La pace è possibile attraverso il negoziato. Sollecitiamo tutte le religioni a osservare la giornata del 1° gennaio 2017 come giorno di digiuno e preghiera per la pace”.
Il cardinale Bo auspica che tutti le religioni e i gruppi etnici di Myanmar siano compatti nel perseguire l’obiettivo della pace e propone che “tutti coloro che affollano i nostri monasteri, chiese, templi e moschee portino cartelli e bandiere con la frase ‘Stop a tutte le guerre!’”.
Al popolo birmano, l’arcivescovo di Yangon chiede di “trascorrere la giornata in preghiera e digiuno per la pace, per cambiare i cuori di tutte le persone. Urge porre fine alle guerre che tuttora attraversano il Myanmar e rendere il 2017 l’anno della pace”.
“Fratelli e sorelle del Myanmar – prosegue il messaggio – noi tutti diremo ‘felice anno nuovo’. Ogni anno ci salutiamo l’un l’altro con questo messaggio. Ma sinceramente non c’è felicità in molte parti di questo paese. La guerra prosegue in molte aree. E per più di 200.000 sfollati nei campi profughi, non sarà un felice anno nuovo. La guerra, iniziata sessanta anni fa, ancora infuria. La Cambogia ha risolto i suoi conflitti, il Vietnam ha risolto le sue guerre. Questi paesi vicini sono in cammino verso la pace e la prosperità”.
“Noi in Myanmar siamo ancora coinvolti in una guerra impossibile da vincere – denuncia il cardinale Bo -. Agonia della popolazione e sfollamento forzato sono gli unici risultati della violenza. La maggioranza silenziosa della gente del Myanmar è stato solo spettatrice di una guerra cronica in Myanmar”.
“Ora – conclude il porporato – uniamoci, tutti insieme, per una autentica pace”.
Fonte: Agenzia Fides