Sono passati esattamente nove anni da quel 15 marzo 2015, il giorno in cui il giovane Akash Bashir, Exallievo di Don Bosco, si sacrificò per impedire che un attentatore suicida provocasse una strage nella chiesa di San Giovanni a Youhannabad, quartiere cristiano di Lahore, in Pakistan. Akash Bashir aveva 20 anni, aveva studiato all’Istituto Tecnico Don Bosco di Lahore ed era diventato un volontario della sicurezza.
L’Arcivescovo Sebastian Francis Shaw, OFM, ha presieduto la sessione di chiusura dell’Inchiesta diocesana, alla presenza del Rev. Padre Amjad Yousaf, Delegato episcopale, del Rev. Padre Rafhan Fayyaz, Promotore di Giustizia, e del Padre Patrick Samuel OFM cap., Notaio. Gli Atti Originali, il Transunto e la Copia Pubblica sono stati presentati, dichiarati autentici e affidati a Mons. Germano Penemote, incaricato di trasmettere gli Atti al Dicastero delle Cause dei Santi in Roma.
La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’Arcivescovo di Lahore, avendo come concelebranti il Nunzio Apostolico in Pakistan, Mons. Germano Penemote, il Vescovo di Faisalabd, Mons. Joseph Indrias Rehmat, ed il Vescovo di Multan, Mons. Yousaf Sohan. Erano presenti i genitori e i fratelli di Akash Bashir. Sacerdoti di tutte le parrocchie della diocesi, rappresentanti di tutte le Congregazioni religiose del Paese così come seminaristi, exallievi salesiani e studenti dell’Istituto Salesiano hanno devotamente partecipato alla solenne Eucaristia.
Nei loro interventi l’Arcivescovo Shaw e gli altri Vescovi hanno lodato il coraggio e la fede incrollabile di Akash Bashir, esprimendo gratitudine per il completamento della fase diocesana e assicurando preghiere per il futuro.
La Chiesa Cattolica del Pakistan ha vissuto con grande partecipazione questo evento, essendo questa la prima Causa di Beatificazione e di Canonizzazione per i cristiani del Pakistan. Attore della Causa è la Congregazione Salesiana, Co-attore la Confederazione Mondiale degli Exallievi di Don Bosco, Postulatore don Pierluigi Cameroni, SDB, Vice Postulatore Gabriel de Jesús Cruz Trejo, SDB.
È significativo che nelle intenzioni per il mese di marzo, in cui si celebra la Giornata di Preghiera e Digiuno per i Missionari Martiri, il Papa abbia dedicato il video diffuso la Rete Mondiale di Preghiera a coloro che vivono la fede nonostante le persecuzioni e la mancanza di libertà: la loro testimonianza “è il segno che siamo sulla strada giusta”. Nel video, in cui il Papa racconta la struggente storia di una donna martire nei nostri tempi, c’è anche un richiamo ad Akash Bashir. Il Papa invita a pregare “perché coloro che in varie parti del mondo rischiano la vita per il Vangelo contagino la Chiesa con il proprio coraggio e la propria spinta missionaria”.
Come il Servo di Dio Akash Bashir, oggi, ci sono molti martiri nascosti, che conducono una vita ordinaria con coerenza e con il coraggio di accettare la grazia di essere testimoni fino alla fine, addirittura fino alla morte. Non lo hanno rinnegato o dimenticato, ma hanno mantenuto ferma la fede e dimostrato la propria fedeltà a Gesù Cristo. Per questo indicano il giusto cammino della Chiesa.