Il primo appuntamento della giornata successiva è stata la visita al Museo delle Culture “Dom Bosco”, un’opera salesiana che conta già 72 anni di storia. Alla costruzione e al mantenimento del Museo hanno collaborato diversi missionari salesiani, in particolare i compianti don Antonio Colbacchini, don Felice Zavattaro, don Cesare Albisetti, don Angelo Venturelli e don Giovanni Falco – che furono i responsabili della raccolta della maggior parte della collezione dell’istituzione.
Degno di nota è che ad accompagnare don Maravilla nella sua visita c’era don Reginaldo Cordeiro, originario dell’Ispettoria di “S. Alfonso Maria de’ Liguori” di Manaus (BMA), che da quest’anno fa parte dell’équipe di don Maravilla all’interno del Settore per le Missioni. I due sono stati ricevuti dal prof. Dirceu Maurício Van Lonkhuijzenm, Direttore del museo, e dal prof. Cristiano Marcelo Espinola, Prorettore per la Ricerca e gli Studi Post-laurea dell’Università Cattolica “Dom Bosco” (UCDB) della medesima città. Inoltre, ad accompagnarli c’erano anche l’Ispettore di BMA e il sig. Rafaelle Lochi, SDB, Economo dell’UCDB.
La visita è stata guidata dal prof. Van Lonkhuijzenm, che ha spiegato nel dettaglio le collezioni esposte, la loro origine, come sono entrate a far parte dei reperti del museo, oltre che la struttura e la storia del museo stesso. Al termine della visita, don Maravilla ha affermato è un’opera salesiana molto importante a livello globale. “Penso che il museo sia patrimonio di tutta la congregazione. E riflette anche il lavoro e l'impegno dei salesiani che sono venuti qui per aiutare le persone, soprattutto le popolazioni indigene. Credo che musei come questo siano davvero rilevanti perché aiutano molte delle persone con cui lavoriamo, in primo luogo valorizzando la loro cultura, preservandola, in modo che le loro tradizioni culturali possano essere trasmesse alle generazioni successive. E questo fa proprio parte del nostro lavoro di evangelizzatori. Dobbiamo aiutare le persone a conoscere, ad apprezzare la loro cultura, ad approfondire le loro tradizioni culturali”, ha dichiarato.
Il Consigliere Generale per le Missioni ha ricordato anche che la Congregazione salesiana si prepara a celebrare nel 2025 il 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria. In quest’ottica ha osservato anche che il cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani, ha richiesto di rinnovare l’impegno dei salesiani a favore delle popolazioni indigene. “Ci stiamo lavorando. Dopo 150 anni, dobbiamo rilanciare il nostro lavoro con le popolazioni indigene. E una delle prime cose che stiamo facendo è riflettere sul Museo Missionario Salesiano. Nel mese di gennaio avremo un incontro con i Direttori dei Musei Missionari Salesiani, per parlare dell’identità del Museo Missionario Salesiano. Questo sarà il primo passo” ha affermato.
“Il secondo passo – ha infine concluso don Maravilla – sarà rinnovare il nostro impegno nel lavoro con le popolazioni indigene. Il mio compito qui è proprio quello di visitare le popolazioni indigene, i Bororo, gli Xavante. Come, d’altra parte fino a pochi giorni fa ero in Vietnam ad incontrare gli indigeni di quel territorio. E poi continuerò ancora, perché è quello che ci ha chiesto Don Ángel”.
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