Vaticano – Sinodo, il Cardinale Bo: un percorso tra generazioni per un mondo giusto e in pace

24 Ottobre 2023
Foto: © Servizio Fotografico Vatican Media

(ANS – Città del Vaticano) – Quello che è stato avviato dalla Chiesa è un percorso sinodale intergenerazionale “che inaugura un lungo cammino di speranza per tutta l’umanità, anche in mezzo a disordini globali, come testimoniano i recenti avvenimenti nell’Asia occidentale e in altre regioni del mondo”. Nella Messa presieduta prima dell’inizio della sedicesima Congregazione Generale del Sinodo sulla Sinodalità, al mattino di lunedì 23 ottobre, il salesiano Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, in Myanmar, e Presidente della Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia (FABC), ha offerto una chiara descrizione di ciò che è il Sinodo sulla sinodalità: non un itinerario definito, non “un’odissea nello spazio pre-programmata con equazioni matematiche fisse”.

Come “quando intraprendiamo i diversi cammini nella vita e nella fede” e “spesso siamo incerti riguardo alla nostra destinazione” - e siamo chiamati “ad avventurarci nell’ignoto” con Dio che “diventa la nostra guida, la nostra carta stradale e il nostro compagno di viaggio” - così “la Chiesa è chiamata a essere giusta, a incarnare un cammino sinodale di fede con la certezza che Dio non delude mai” ha detto il porporato nell’omelia della Messa da lui presieduta presso l’Altare della Cattedra della Basilica di San Pietro. La fede, infatti, ha spiegato “illumina il cammino attraverso i momenti più bui e tumultuosi della vita, permettendoci di vedere la grazia di Dio che penetra nelle ombre”. E se sopraggiungono dubbi e ansie, si può trarre ispirazione “da figure come Mosè” e “anche se non riusciremo a raggiungere la destinazione prevista, partecipare al viaggio sarà di per sé una benedizione”.

L’Arcivescovo di Yangon ha offerto anche una riflessione sul Vangelo del giorno, in cui “Gesù narra la parabola di un avido proprietario terriero i cui desideri portano all’autodistruzione”, una pagina che mostra come “l’insaziabile avidità che alberga nel cuore umano” porti “all’egoismo egocentrico”. È “il peccato originale che è alla base di molte sofferenze e conflitti umani”, ha proseguito il Presidente della FABC, aggiungendo che “la parabola del ricco proprietario terriero con i suoi depositi eccessivi è una metafora del mondo presente, dove le guerre e l’industria delle armi accumulano grandi ricchezze a spese della sofferenza di milioni di persone”. Cosa fare dinanzi a tutto ciò? San Paolo, ci dà un suggerimento, ha detto il porporato: credere “in un Dio che desidera un cammino umano di speranza e di guarigione” e allineare i propri sogni con il disegno di Dio. “Dio, infatti, ha un disegno per ciascuno di noi e per la nostra Chiesa, e i nostri percorsi e progetti devono allinearsi con la Sua volontà”, ha rimarcato il cardinale Bo.

Con uno sguardo al mondo di oggi, l’Arcivescovo di Yangon ha poi osservato che l’avidità umana ha già inflitto ferite profonde al pianeta e ha privato milioni di persone della loro dignità. Tutto questo lo ha sottolineato Papa Francesco nella Evangelii Gaudium, nella Laudato Si’ e nella Fratelli Tutti che ci chiedono rispettivamente una riconciliazione con Dio, con la natura e tra gli esseri umani, mentre “il nostro cammino sinodale riguarda la guarigione e la riconciliazione del mondo nella giustizia e nella pace”.

“L’unico modo per salvare l’umanità e creare un mondo di speranza, pace e giustizia - ha affermato il porporato - è la sinodalità globale di tutte le persone”. Prendendo coscienza di ciò, preoccupazione di questo Sinodo “è l’eredità che lasceremo alla prossima generazione”, ha confidato il cardinale Bo, ricordando l’invito di Papa Francesco a considerare il “concetto di giustizia intergenerazionale” e centrando la sua riflessione sul riscaldamento globale che “ha devastato le comunità e i mezzi di sussistenza di milioni di persone, minacciando di sfuggire alla prossima generazione”.

“Come vescovi dell’Asia, siamo ben consapevoli dei danni ambientali inflitti alla nostra regione a causa delle catastrofi dovute al clima - ha proseguito l’arcivescovo di Yangon -. Abbiamo una popolazione significativa di comunità cristiane indigene, in particolare nel Mar Cinese Meridionale, nell’India centrale, in Vietnam e in Myanmar”. Si tratta di comunità che “hanno protetto la natura, ma hanno anche sofferto per le ideologie moderne, la colonizzazione e lo sfruttamento delle risorse”. Da qui l’invito del porporato a volgere l’attenzione “sulla distruzione di enormi distese di foreste, i polmoni del nostro pianeta in quelle regioni, e sull’aumento della violenza nei confronti di queste popolazioni indigene”.

“L’Asia è il luogo di nascita delle principali religioni del mondo ed è in questa regione che il messaggio di Gesù ha messo le prime radici”, ha fatto notare il presidente della FABC parlando anche della Chiesa locale che “ha affrontato diverse sfide nel corso della storia” ma che “rimane vibrante e giovane” nonostante le difficoltà. “Ma questo incontro sinodale ci ha spronati a tornare ai grandi giorni dell’evangelizzazione da parte degli apostoli” ha rivelato il Cardinale Bo, esortando ad accogliere “con ottimismo l’invito all’Asia a diventare il XXI secolo per Cristo, ispirati dal cammino sinodale della Chiesa globale”.

Tiziana Campisi

Fonte: Vatican News

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