La minaccia del colera è un pericolo reale, in un paese in cui anche prima dell’uragano, solo 1 persona su 3 ad aveva accesso a delle latrine adeguate e meno di 3 su 5 avevano accesso all’acqua potabile. Un primo camion con le compresse per il trattamento dell’acqua e dei serbatoi d’acqua è arrivato giovedì a Les Cayes e sei camion di acqua sono diretti a Les Cayes e Jeremie. Un serbatoio d’ acqua, inoltre, è stato reso disponibile per l’ospedale di Les Cayes.
Anche la macchina dei soccorsi salesiani si è già messa in moto, le principali Procure Missionarie hanno attivato da giorni la raccolta fondi e per la fase operativa si possono avvalere delle strutture e competenze già stabilite a seguito del terremoto del 2010.
Il Superiore salesiano ad Haiti, don Mesidor, ha anche rilasciato un video nel quale ha spiegato che la zona sud è completamente isolata dal resto del paese, “perché il ponte che collega alla capitale è stato distrutto. Anche la comunicazione telefonica è molto difficile”.
Afflitto da problemi sociali, politici, economici, catastrofi naturali… Haiti è un paese che soffre. “Immaginate che non abbiamo ancora finito di ricostruire le nostre infrastrutture distrutte dal terremoto del 2010!” afferma don Mesidor.
Tuttavia ribadisce che “come Salesiani siamo al punto in cui dobbiamo essere, dove ci sono migliaia di giovani che hanno bisogno del sostegno di una mano amica”.
E conclude ricordando: “la Fondazione Rinaldi, il nostro ufficio progetti, sta coordinando gli aiuti che ci possono arrivare. Grazie per tutto e uniamoci nella preghiera”.
Il video completo è disponibile, in Italiano e a breve anche sottotitolato in Inglese e Spagnolo, su ANSChannel.