Siria – Gli aiuti salesiani in Siria dal terremoto dello scorso febbraio hanno raggiunto migliaia di famiglie

15 Giugno 2023

(ANS – Aleppo) – A quattro mesi dal terremoto che ha colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale, migliaia di persone vivono ancora per strada. Le conseguenze del potente sisma sono state aggravate dallo stato di degrado di molti edifici, dovuto ai 12 anni di guerra civile nel Paese. Fin dall'inizio, i salesiani di Aleppo hanno aperto le porte della Casa Don Bosco per aiutare la popolazione. La solidarietà salesiana nel mondo ha stanziato quasi 2,4 milioni di euro per i progetti di emergenza sviluppati finora. Nel corso di questo mese, la maggior parte dei progetti d’emergenza vedrà la conclusione, per lasciare spazio alla ricostruzione, ai progetti educativi e ai campi estivi per i bambini e i giovani colpiti dal terremoto.

“La situazione ora è più tranquilla. Il bisogno è ancora grande, ma in questi mesi abbiamo aiutato molte persone – riportano i salesiani da Aleppo –. I progetti di emergenza termineranno questo mese per lasciare spazio alla ricostruzione e ad altri progetti educativi e di assistenza per bambini e giovani. Continuiamo a lavorare sull’assistenza psicologica e sul superamento dei traumi”, spiegano i salesiani da Aleppo.

Grazie alla solidarietà dei salesiani nel mondo, finora sono stati stanziati quasi 2,4 milioni di euro per l’emergenza terremoto in Siria. Solo “Misiones Salesianas”, la Procura Missionaria Salesiana di Madrid, ha inviato più di 400mila euro per progetti essenziali e per aiutare la popolazione sfollata. “In Siria ci troviamo in una situazione di povertà critica a causa della guerra e del terremoto”, riporta Mateo Colmenares, giovane del volontariato salesiano di stanza ad Aleppo. “Lo stipendio base nel Paese è di 150.000 sterline (55 euro), ma due ore di luce al giorno per una settimana costano 100.000 lire siriane”.

Gli aiuti offerti dati in questi mesi coprono tutte le tipologie di aiuto, dall’accoglienza di quasi 800 persone presso il centro salesiano di Aleppo, alla distribuzione di cibo quotidiano durante il Ramadan nei villaggi più remoti, alla riparazione delle case danneggiate e all’assistenza accademica ai minori, fino alla distribuzione di buoni per cibo, elettricità e beni di prima necessità.

Nel dettaglio, ci sono: “La consegna di un buono economico mensile di quasi 400.000 lire siriane a 224 famiglie; l’assistenza con ingegneri e manovali a 40 famiglie per la ricostruzione delle loro case; l’aiuto a 116 famiglie con un buono singolo per l’elettricità di 400.000 lire; la distribuzione di buoni per gi acquisti del valore di 300.000 lire a 220 famiglie bisognose”, testimoniano i salesiani.

Ma l’aiuto salesiano ai terremotati è andato ben oltre: “Abbiamo aiutato 300 famiglie con l’acquisto di medicinali e altre 100 persone con consulenze sanitarie (soprattutto cardiologi e oculisti). Abbiamo anche fornito assistenza scolastica a ragazzi tra i 10 e i 16 anni grazie ai nostri centri giovanili, aiutato 900 bambini e studenti universitari dei nostri ambienti a pagare le tasse scolastiche, e sostenuto 600 bambini nel procurarsi il materiale scolastico”, ricorda Mateo Colmenares.

Qualche settimana fa, grazie a un accordo con un calzaturificio, i Salesiani hanno distribuito 800 paia di scarpe attraverso un buono per le persone bisognose della città. “Inoltre, per due mesi abbiamo fornito cibo a 300 persone a Kafroun e attualmente stiamo distribuendo 450 buoni per fare la spesa al mercato”, aggiungono ancora i Figli di Don Bosco.

I quali, nei prossimi mesi saranno impegnati nello sviluppo dei campi estivi per bambini. Vi parteciperanno più di mille bambini, e prevedono un filo conduttore a tema salesiano, ideato per superare i traumi psicologici, e trasporti, cibo, merende e materiale didattico completamente gratuiti.

Anche dopo tutto l’impegno fatto, i salesiani non hanno alcuna intenzione di rallentare: “Continueremo con i progetti educativi e daremo priorità all’insegnamento della lingua, perché il 90% dei giovani lascia il Paese: i ragazzi, per evitare il servizio militare, che può essere a tempo indeterminato e portarli in guerra; e le ragazze, perché non hanno opportunità professionali in Siria”.

Fonte: Misiones Salesianas 

InfoANS

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