“A Goma la situazione non è migliorata, anzi: dopo aver parlato con i miei confratelli e con la responsabile del Volontariato Internazionale per lo Sviluppo (VIS), impegnati nei soccorsi umanitari, vi mando un messaggio per dirvi qual è la situazione degli sfollati e ciò che fanno per loro i salesiani e il VIS” esordisce don Piero Gavioli, missionario italiano in Congo da quasi 50 anni.
“Sono arrivato a Goma un giorno prima dell’arrivo di Papa Francesco a Kinshasa – riprende don Gavioli –. In un primo tempo, il Papa aveva in programma di fare una visita a Goma. Poi ha dovuto annullare questo scalo, per ragioni di salute e soprattutto di sicurezza. Ma nei tre giorni che ha passato a Kinshasa, ha voluto incontrare un gruppo di 50 persone in rappresentanza delle vittime della guerra nel Nord Kivu. C’erano testimoni e superstiti di massacri, donne che hanno subito violenza sessuale e che sono state mutilate, bambini rapiti e arruolati di forza per portare armi e bagagli dei ribelli, sfollati che hanno perso tutto e che vivono in campi di rifugiati interni senza speranza per l’avvenire…”
In tutte le celebrazioni e incontri della sua visita nel Paese, Papa Francesco ha denunciato con chiarezza la follia di questa guerra che dura da decenni, e le ragioni economiche che la fanno durare: per prima, lo sfruttamento delle immense ricchezze del sottosuolo di questa regione. Ha invitato le autorità del Congo e degli altri Paesi implicati nel conflitto a un impegno più chiaro e decisivo per la giustizia e per il bene comune, e ha indicato strade per arrivare alla pace.
Ma intanto, nel mese di gennaio 2023, i militari ribelli sono avanzati e hanno interrotto il secondo principale collegamento che riforniva la città di Goma di vari prodotti, dopo che il primo era già stato tagliato alla fine del 2022. Come conseguenza, la maggior parte della popolazione dei villaggi circostanti è fuggita e la situazione nel Nord Kivu è notevolmente peggiorata. Si citano massacri, abusi sessuali, traffico di organi, arruolamento di minori, rapimenti di persone per chiedere un riscatto…
“Quest’ultima ondata di violenza – riprende il missionario – ha spinto decine di migliaia di persone a lasciare le proprie case in cerca di una relativa sicurezza in diverse zone della Provincia del Nord Kivu, tra cui Goma, e ha fatto sì che i tre campi da calcio del Centro Don Bosco Ngangi si siano riempiti di rifugi temporanei. Gli ultimi dati parlano di circa 3.530 nuclei familiari, per un totale di 26.000 persone, tra cui 19.000 minori (10.184 ragazze e 9.043 ragazzi). È una situazione di emergenza che richiama tutti gli operatori umanitari, i diversi membri della società e tutti gli esseri umani in generale, ad assistere una comunità in difficoltà”.
Il sito di Ngangi non è un sito ufficiale. Ciò significa che non è servito dalle organizzazioni statali e parastatali. I salesiani, con il VIS, hanno risposto all’emergenza con varie iniziative in vari ambiti (alimentazione, igiene, salute, sicurezza):
- Distribuzione di una pappa di soia e mais a 365 bambini sfollati e 357 adulti
- Puntuale distribuzione di cibo e utensili da cucina a 300 famiglie
- Distribuzione di teloni a 120 famiglie
- Accesso all’acqua attraverso l’installazione di rubinetti nel sito Don Bosco
- Sensibilizzazione puntuale su igiene e sanificazione
- Visite mediche per 1.844 persone, di cui 84 ricoverate e 32 trasferite, e 14 parti.
- Illuminazione del sito
- Creazione di un comitato di sicurezza di 12 persone per prevenire abusi
Dato che, apparentemente, il problema non si risolverà presto, il Centro Don Bosco e il VIS pensano di introdurre un progetto più grande di presa in carico di questo sito di sfollati, in vista di un accompagnamento psicologico e sociale delle persone, e soprattutto di forme di educazione dei minori presenti sul sito.
“Preghiamo insieme perché il Signore ci benedica e ci conceda la pace, in Congo e dappertutto” conclude don Gavioli.
È possibile effettuare un bonifico o un versamento per dare il proprio contributo nell’aiutare i Salesiani in RD Congo. Le coordinate sono disponibili nel pdf in allegato.