Monica Garcia Zatti è docente del Dipartimento di Matematica dell’Istituto dal 2009 e probabilmente è passata decine di volte nella sala conferenze della scuola, che porta il nome del suo parente santo. Il nonno materno era un cugino di primo grado di Artemide. “Come famiglia stiamo vivendo tutto questo con grande emozione e orgoglio, perché lui è un esempio di vita e dedizione. Ho un piccolo libro che parla di lui che porto sempre con me”, ha raccontato la professoressa, manifestando la devozione che sente per il nuovo santo.
“Artemide è sempre stato una figura importante nella nostra famiglia, mio nonno ci parlava sempre della sua vita e di tutto ciò a cui rinunciava per dedicarsi alla cura dei malati e dei più bisognosi. Ci indicava sempre il suo esempio e ci ha insegnato che dovevamo chiedere la sua intercessione ogni volta che c’era un problema di salute”, ha detto.
Da bambina Mónica ha vissuto nella città di Cabildo, un villaggio a 50 chilometri da Bahía Blanca. “Con diversi cugini vivevamo nella stessa casa. In famiglia lo chiamavamo ‘el tío’, lo zio, e ho anche una cugina che è diventata infermiera proprio grazie alla storia di Artemide. Andava a Bahía in autostop per studiare e portava sempre con sé un santino di Artemide perché avesse cura di lei”.
Quando nello scorso aprile è arrivata la notizia che Zatti sarebbe stato proclamato santo, nella sua famiglia si è sviluppata una grande emozione. “Abbiamo sempre saputo cosa aveva fatto, ma non avevamo consapevolezza della dimensione e dell’importanza della sua figura, e di ciò che ha significato per la vita di così tante persone. Quando insegnavo all’istituto ‘La Inmaculada’ seppi della sua beatificazione perché un altro insegnante me ne parlò, e da allora abbiamo ricevuto informazioni da persone di molti Paesi che ci contattavano per raccontarci della loro vocazione e dell’intercessione di Artemide nella loro salute”.
La storia di vita e di vocazione così particolari di Artemide Zatti fecero sì che la sua fama di santo infermiere fosse conosciuta in tutta la regione e che i pazienti venissero a lui da tutta la Patagonia. Ed egli a tutte le ore andava a trovare i suoi pazienti in bicicletta. Nella semplicità della sua vita, nel suo servizio, nella sua profonda vita di fede, nel suo senso della comunità e nel suo buon umore, i suoi contemporanei videro una persona che aveva trovato il modo di essere felice e che era molto simile a Gesù.
Monica si commuove ancora quando racconta la sua storia e quella della sua famiglia. “Mia madre, mio zio, i miei cugini, quelli che sono qui e quelli che sono ‘di sopra’, in Cielo, tutti stiamo festeggiando questa bella notizia, che rafforza l’esempio che Zatti è sempre stato per noi”.
Ulteriori informazioni sulla vita del santo salesiano coadiutore sono disponibili sul sito: https://zatti.org
Inés Gea
Fonte: Ispettoria ARS