Nel documento elaborato dalla Segreteria del Culto della Nazione viene ripercorso brevemente anche il profilo biografico del futuro santo, così da fornire le motivazioni di questa scelta. Di Zatti viene ricordato il fatto di essere giunto come migrante in Argentina dall’Italia; che dopo la guarigione dalla malattia “dedicò la sua vita a Dio nel servizio ai poveri”; che ottenne la cittadinanza argentina; e che a Viedma già in vita si diffondeva la sua fama di “infermiere santo”, e che era noto come il “parente dei poveri”.
“La sua vita e il suo impegno verso i poveri, i malati e le ‘periferie’ sono un esempio e un modello da imitare per costruire una società giusta, fraterna e pacifica” conclude la Segreteria del Culto.