Isole Salomone – Ottobre 1995 - Ottobre 2020: i primi 25 anni di presenza salesiana

19 Ottobre 2020

(ANS – Honiara) – Quasi alla fine del mondo si trovano le bellissime Isole Salomone, così chiamate dall’esploratore spagnolo Álvaro de Mendaña perché credute la sede delle mitiche miniere del Re Salomone. Questo piccolo Paese di circa 992 isole, con una popolazione di 700.000 persone, 70 diverse tribù e altrettante lingue, ha accolto i salesiani proprio 25 anni fa: nel 1995 l’allora arcivescovo di Honiara, mons. Adrian Smith, SM, accolse i Figli di Don Bosco nella sua arcidiocesi e gli affidò la cura della parrocchia “Cristo Re” a Tetere. I primi pionieri missionari furono don Pedro Balcazar, messicano, il salesiano coadiutore giapponese Tanaka Yukihiro, e don Nichizawa Pedro Manabu, boliviano. Ad essi si aggiungessero, alcuni mesi dopo, don Ambrose Pereira, indiano, e don Luciano Capelli, oggi divenuto mons. Capelli, vescovo di Gizo, diocesi suffraganea dell’arcidiocesi di Honiara.

Le regolari visite di don Balcazar e degli altri pionieri ai villaggi di Sali, Komporo, Talaura, Kola Ridge e Nonou fecero guadagnare in breve tempo ai salesiani il rispetto e l’affetto della gente del posto. Essi passavano il tempo con loro, celebravano i sacramenti e fornivano anche i beni essenziali quotidiani alla gente, al prezzo di costo.

Nel 2000, in mezzo alle tensioni etniche e sociali, i salesiani avviarono un laboratorio presso il Centro Correzionale di Rove. Tre settimane dopo, con il Colpo di Stato del 5 giugno, il laboratorio venne chiuso, per la liberazione dei prigionieri. Ma a Henderson e Kola Ridge vennero iniziate le prime lezioni informali per i giovani. Così ebbe avvio il lavoro educativo dei salesiani per i giovani, con i detenuti come primi studenti.

Qualche mese dopo iniziarono anche le prime lezioni formali presso l’Istituto Tecnico Don Bosco di Henderson, un centro che fa del Sistema Preventivo di Don Bosco la sua bandiera.

E poi anche l’opera di Tetere si ampliò, quando, in risposta ai bisogni di sviluppo delle competenze rurali da parte della popolazione locale, nel campo adiacente alla parrocchia venne aperto il Centro di Formazione Agricola “Don Bosco”.

Nel 2005, inoltre, vide la luce “Radio BOSCO FM 89.9”, un’emittente, ideata da don Capelli e sviluppata da don Pereira, che riusciva a raggiungere circa 10-12mila ascoltatori sparsi tra pianure, colline, montagne e zone costiere.

Oggi, per il 25° anniversario di presenza nelle Isole Salomone, don Pereira ha realizzato un breve video (scaricabile in fondo all’articolo) che esprimere gratitudine e ringraziamento per questo primo quarto di secolo di educazione, sviluppo umano ed evangelizzazione in un popolo “sempre sorridente”.

Le Isole Salomone giacciono nella cosiddetta “Cintura di Fuoco” del Pacifico, vulnerabili a terremoti, tsunami, cicloni e forti cambiamenti climatici. Sono un Paese aspro, con isole coralline e atolli, e rappresentano lo Stato più povero delle isole del Pacifico, con un reddito pro capite medio inferiore a un dollaro USA al giorno.

Dopo il dominio coloniale britannico, il Paese ha ottenuto lindipendenza nel 1978. Oggi il tasso di alfabetizzazione è pari a poco più del 35% della popolazione totale. Eppure, nonostante tutti i limiti e le difficoltà, sui volti della gente alberga sempre il sorriso. Essi irradiano gioia, felicità e contentezza in ogni momento.

Ancora oggi il 50% della popolazione delle Isole Salomone ha meno di 18 anni – il che le rende ancor più fortemente un campo di missione ideale per la Congregazione Salesiana. D’altra parte, le Chiese sono la speranza delle Isole Salomone. Quasi tutti gli abitanti delle Isole Salomone appartengono ad una denominazione ecclesiale. È la Chiesa che riunisce le persone per il culto, la comunione, l’interazione, lo svago… Il Cristianesimo ha poco più di un secolo di presenza nell’arcipelago e i suoi missionari, impegnati e zelanti, portano con sé anche l’educazione, servizi sanitari e lo sviluppo.

Il Paese, tuttavia, conta solo pochi missionari stranieri. Spetta ai sacerdoti, ai pastori e alla gente dell’isola, ora, servire il proprio gregge.

InfoANS

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