America – Rafforzare l’impegno vocazionale ed educativo oggi: 30 anni di Scuola Salesiana in America
In evidenza

25 Aprile 2024

(ANS) – Dal primo incontro di Cumbayá (Ecuador), 30 anni fa, i processi educativi nel continente hanno trovato un epicentro collaborativo, che ha dato vita alla Scuola Salesiana in America (ESA, in spagnolo), come forum di riflessione e cammino comune. Molti Salesiani di Don Bosco (SDB), Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA) e altri gruppi della Famiglia Salesiana (FS) hanno arricchito questo cammino sinodale, mettendo al centro i giovani e il loro sviluppo integrale. Cosa ci chiede il presente in campo educativo? Come stiamo costruendo la Scuola Salesiana del futuro? Possiamo rafforzare ulteriormente questa grande rete educativa salesiana in America? Alcune FMA e salesiani, presenti al primo incontro del 1994, condividono la loro esperienza e la loro visione di come questo cammino abbia permesso una crescita nella comprensione della realtà giovanile, nelle decisioni strategiche all’interno delle stesse Ispettorie e nelle sfide che emergono per l’educazione salesiana.

Il punto di partenza può essere collocato nel maggio 1994, quando si tenne a Cumbayá (Ecuador) l’“Incontro Latinoamericano per lo Studio del Processo Educativo Salesiano e delle Culture Emergenti”. L’incontro è stato convocato e presieduto dagli allora Consiglieri per la Pastorale Giovanile: suor Georgina McPake (FMA) e don Lucas Van Looy (SDB). All’incontro parteciparono 117 delegati provenienti dalle varie Province americane di entrambe le Congregazioni.

Cosa rimane di quest’appuntamento? Quali iniziative sono emerse da questa esperienza?

Suor Ivone Yared, con 54 anni di esperienza nel campo dell’educazione, all’epoca impegnata nell’Equipe Nazionale di Pastorale Educativa Scolastica delle FMA del Brasile (EQUIPEDE), ricorda: “Il contesto ecclesiale che si stava vivendo, dopo la IV Conferenza Latinoamericana (Santo Domingo, 1992), di fronte alla crisi della modernità e della post-modernità, richiedeva una Nuova Evangelizzazione, il protagonismo dei laici, l’educazione continua alla fede, una rinnovata opzione per i poveri, al servizio della vita e della famiglia; un’evangelizzazione inculturata, che penetrasse negli ambienti segnati dalla cultura urbana, tra gli altri temi emergenti. A Cumbayá, sperimentando il clamore di tutte le scuole latinoamericane, i nostri dolori, le nostre possibilità, riprendemmo il mano il Sistema Preventivo come pedagogia, pastorale e spiritualità, già come possibile tentativo di formare una rete di riflessione e azione comune”.

Da quel momento emersero poi delle opzioni concrete per l’animazione delle scuole, che si sono concentrate principalmente su tre dimensioni:

- Realtà giovanile e sue linee operative: protagonismo giovanile, tecnologia e nuovi linguaggi, itinerari formativi;

- Carisma salesiano e processo educativo: ristrutturare con coraggio le opere e i servizi educativi, alla luce della loro significatività; conoscere la fenomenologia giovanile e studiare le culture emergenti;

- Scuola salesiana e gestione: con attenzione alla qualità educativa, alla professionalità; processo continuo di formazione nell’area della gestione scolastica per gli animatori laici; comunità educativa integrata - interazione critica con i processi esistenti nei vari contesti culturali.

Come EQUIPEDE intraprendemmo come una squadra questo cammino, e di conseguenza, nacquero diversi progetti e processi educativi nelle scuole dell’Ispettoria, inserendoci gradualmente in un processo condiviso”.

Don Héctor Ugarte, salesiano del Messico, con una lunga carriera educativa nella sua Ispettoria, visse questo incontro come “un’esperienza molto interessante, perché per la prima volta ci siamo incontrati e conosciuti. Questo ha portato a un impegno per noi in Messico, che continua tuttora, per creare un’équipe nazionale. A Cumbayá è stata creata l’équipe che chiamiamo ENES (Equipo Nacional Escuelas Salesianas - Equipe Nazionale delle Scuole Salesiane) e da lì abbiamo iniziato a lavorare insieme, SDB ed FMA”.

Per suor Olga Winkelried, dell’Ispettoria “Santa Rosa da Lima”, in Perù, Cumbayá è stato un momento importante perché “tutte le scuole del continente sono state motivate a dare forza all’educazione salesiana, partendo dal proprio contesto culturale, che in ogni Paese è molto ricco e plurale”. Il contesto educativo del suo Paese stava subendo dei cambiamenti promossi dal Ministero dell’Educazione, che richiedevano una forte formazione degli insegnanti per migliorare la qualità dell’apprendimento per tutti. La partecipazione a questa esperienza permise di progettare percorsi significativi, come “ripensare il nostro modo di educare i giovani attraverso la scuola, in modo da rispondere alle esigenze e alle preoccupazioni del contesto culturale”; “promuovere una maggiore collaborazione - reale ed effettiva - tra SDB, FMA e laici per ottenere un maggiore impatto sull’evangelizzazione e sulla promozione umana”; “elaborare un nuovo approccio all’educazione dei giovani attraverso la scuola, così da rispondere alle esigenze e alle preoccupazioni del contesto culturale”.

Suor Patricia Perisset, argentina, colloca la realizzazione dell’appuntamento di Cumbayá 1994 nel quadro di una profonda trasformazione educativa avvenuta nel suo Paese, promossa dalla Legge Federale sull’Educazione (1993), che modificò la struttura del Sistema Educativo. La nuova legge introdusse la Scuola Generale di Base di 9 anni e il Livello Polimodale di 3 anni. “Ci fu anche un intero processo di ristrutturazione e di formazione degli insegnanti, e un grande movimento che mise l’educazione scolastica al centro del dibattito tra insegnanti e dirigenti, ma anche nelle famiglie e nella società argentina in generale”. Dall’incontro di Cumbayá e da tutte le riflessioni e le sensibilizzazioni fatte insieme, “nacque il SAS (Segretariato Argentino Salesiano) per la scuola, a cui partecipano due rappresentanti, religiosi o laici, delle scuole di ciascuna delle Ispettorie SDB e FMA del Paese. È un’istanza di riflessione comune su temi importanti che costituiscono la vita e la dinamica dei centri educativi, ed è anche uno spazio per la produzione di materiali”.

L’incontro di Cumbayá 1994 ha segnato un prima e un dopo per il lavoro educativo della Famiglia Salesiana nel continente. A livello personale e professionale, cosa ha significato per voi questo incontro?

“Per me ha significato rafforzare la mia vocazione salesiana al servizio dell’educazione, facendomi accorgere che il mio lavoro non era isolato, ma che c’erano molti altri salesiani che lavoravano nello stesso campo, magari con gli stessi problemi o con problemi simili”, riporta don Ugarte.

Suor Perisset parla con un grande senso di gratitudine: “A livello personale, questo incontro è stato molto importante perché ha significato per me l’inizio di un lavoro più profondo e impegnato al servizio delle scuole dell’Ispettoria. All’interno della nostra meravigliosa vocazione salesiana, che ci porta a dare tutte le nostre energie a Dio per il bene dell’educazione dei giovani, Cumbayá 1994 ha significato anche una conferma di questa chiamata a realizzare questa vocazione al servizio dell’educazione formale e nell’accompagnamento dei direttori scolastici e degli insegnanti, affinché le nostre case siano spazi emotivamente stimolanti, intellettualmente impegnativi e luoghi di incontro con Gesù, il Dio della Vita”.

Per suor Yared, ricordare Cumbayá I è confermare la certezza che educare è evangelizzare: “Ho sempre sognato e cercato un’educazione di qualità come spazio di evangelizzazione. Ho sempre creduto che le scuole e gli ambienti educativi evangelizzino, e ho sempre dato la priorità alla ‘pastorale’, cioè al ritenere inseparabili evangelizzazione ed educazione. E se vogliamo giovani santi, dobbiamo formare educatori santi che facciano esperienza di Dio attraverso la conoscenza che trasmettono. Pertanto, questo incontro ha confermato che le mie convinzioni si basavano su un sogno comune degli educatori d’America, e diede un nuovo significato alla nostra pratica educativa. Come coordinatore delle scuole della mia Ispettoria (BCG), ebbi modo di valorizzare il lavoro educativo delle scuole come processo di evangelizzazione in termini di mentalità progettuale, partecipazione democratica, valorizzazione della solidarietà, responsabilità sociale, rispetto della persona, sussidiarietà e corresponsabilità”.

“Personalmente, è stata una grande opportunità per rafforzare la mia vocazione di educatrice salesiana, perché ha significato approfondire il sistema educativo di Don Bosco, vissuto con fedeltà creativa, al femminile, da Madre Mazzarello e dalle sue prime consorelle. Ero molto entusiasta di questo lavoro perché, pur non potendo dedicare tutto il tempo che avrei voluto a questo grande compito, riuscii a coinvolgere molti laici in questa sfida, che ha arricchito molto la commissione scuole della nostra Ispettoria. Ci fu il sostegno di tutte le comunità educative”, sintetizza suor Winkelried.

Infine, dopo questo percorso trentennale, e considerando l’attuale contesto educativo, quale pensate sia il futuro della Scuola Salesiana d’America?

Don Ugarte integra l’importanza dell’inclusione nei processi educativi, sulla base della pedagogia salesiana. “Penso che questo possa aiutare molto nelle grandi sfide che l’educazione ci pone oggi; penso che educare un bambino oggi sia più complesso, ma abbiamo gli strumenti. Non facciamo selezione, ma ci occupiamo dei diversi bisogni dei bambini per offrirgli una via d’uscita”.

Suor Perisset sottolinea la convinzione che l’ESA potrà continuare a guidare e dare contributi alle comunità educative, alla Chiesa e alla società, nella misura in cui, essendo fedele al carisma che Dio continua a donare ai suoi figli, saprà dare risposte ai bisogni profondi dei giovani. “Credo che, così come ogni giorno sorgono nuove sfide e situazioni nelle nostre società e nelle nostre scuole, e così come lo Spirito Santo fa sempre nuove tutte le cose e continua a incoraggiare e ispirare i suoi figli, nella docilità alla grazia, gli educatori salesiani saranno sempre chiamati a condividere questi doni e questa riflessione per continuare a incoraggiare e arricchire il lavoro educativo delle scuole in ogni angolo del continente. Il futuro è sempre promettente e pieno di speranza”.

Per suor Winkelried, il futuro dell’ESA, come rete continentale, deve continuare ad essere un contributo significativo alla riflessione educativa salesiana, consolidando la presenza educativa in America per il bene di tutti, soprattutto dei più svantaggiati. È importante, evidenzia, che “camminiamo con gli stessi criteri, lasciando da parte tutto ciò che ostacola la costruzione dell’ideale proposto in questi incontri. Credo che sia una sfida entusiasmante e che sarà possibile vincerla nella misura in cui si curerà la continuità di coloro che animano i processi, così come il coinvolgimento di TUTTI gli agenti, a cominciare dai religiosi e dalle religiose, in modo da poter contribuire alla trasformazione delle nostre società, che hanno tanto bisogno di buoni cristiani e di onesti cittadini che contribuiscano al bene integrale di tutti”.

Suor Yared, infine, risponde parafrasando il profeta Isaia: “Mettete i paletti e stendete la tenda” - per camminare al passo con i tempi, aperti alla realtà, senza perdere il filo conduttore del carisma salesiano. Camminare con i tempi, educare evangelizzando ed evangelizzare educando, nei vari contesti in cui siamo presenti e in cui saremo chiamati. Già oggi è possibile constatare come l’ESA, configurandosi gradualmente come istituzione animatrice, abbia permesso un percorso di unità e collaborazione tra Paesi e regioni, tra diverse iniziative; ha dato vita a processi che permettono di garantire l’educazione nel presente, affrontando le sfide attuali da varie prospettive e convergendo su piani di lavoro a breve e medio termine, sempre in una costruzione condivisa e con una proiezione continentale”.

Il prossimo incontro, che inizierà il 1° maggio nella città di Guadalajara (Messico), sarà per tutti una nuova opportunità per promuovere l’impegno vocazionale e pastorale nella missione educativa, cercando strade per il futuro che permettano di dare ai bambini e ai giovani la formazione di cui hanno bisogno, e che li aiuti a vivere più pienamente come buoni cristiani e onesti cittadini del XXI secolo.

Per ulteriori informazioni, vistare il sito: www.escuelasalesianaamerica.org/esav

InfoANS

ANS - "Agenzia iNfo Salesiana" - è un periodico plurisettimanale telematico, organo di comunicazione della Congregazione Salesiana, iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, n. 153/2007.

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".