RMG – Conoscere Don Bosco: il film realizzato per il centenario della morte, con la regia di Leandro Castellani e Ben Gazzara come protagonista
In evidenza

26 Gennaio 2023

(ANS – Roma) – Per tutta una generazione di salesiani e di simpatizzanti dell’opera salesiana – la generazione dei 40-50enni di oggi – quando si pensa a Don Bosco viene subito in mente il volto solido e spigoloso dell’attore hollywoodiano Carlo Biagio Anthony Gazzara, più noto semplicemente come “Ben” Gazzara. Il film di cui fu protagonista, prodotto dalla Rai e dall’editrice salesiana Elledici nel 1988, in occasione del centenario della morte del Santo dei Giovani, è in effetti una delle pellicole più amate, viste e riprodotte in tutto il mondo salesiano.

La scelta artistica del film fa narrare tutta la storia biografica ad un Don Bosco anziano, che ritorna coi pensieri alla fanciullezza. Egli ripercorre tutte le azioni compiute per realizzare il suo più grande sogno: dedicarsi completamente ai giovani. Nel film viene raccontato come Don Bosco, con l'aiuto di don Borel e altri sacerdoti, inizia a porre i primi mattoni su quella che poi diventerà la comunità dei salesiani, accogliendo all'oratorio tutti i giovani di Torino. Nonostante le buone intenzioni, viene ostacolato più volte dai politici del tempo e dagli insurrezionisti, ma don Bosco riesce sempre a cavarsela. Si reca allora da Papa Pio IX e, anni dopo, da Papa Leone XIII per cercare un supporto alla sua comunità, che nel frattempo si è ingrandita tantissimo e che conta molti seguaci. Nel finale Don Bosco ringrazia con una preghiera la Madonna, ritenuta la fonte della sua opera di carità, e poi consegna l’anima a Dio.

Per la realizzazione del film vennero scelti tutti personaggi di primo rilievo: la regia venne affidata a Leandro Castellani, già affermato come regista, sceneggiatore e autore, e vincitore nella sua carriera di numerosi premi; mentre tutto il cast brilla di luce propria, con elementi diversi per nazionalità e provenienza: dalla star britannica anche della musica Patsy Kensit, ad una grande interprete teatrale come l’italiana Piera Degli Esposti, fino al celebre attore cinematografico francese Philippe Leroy. Insomma, un cast internazionale per una produzione italiana che era comunque rivolta già in partenza anche al mercato estero.

Ma su tutti, come detto, spiccava l’italoamericano Ben Gazzara: attore di scuola severa, attento, preparato, professionista quasi maniacale, durante le pause “non voleva disperdere la propria concentrazione, ripassava o meglio ripensava la sua scena” rivelò nel 2012 il regista Castellani, in occasione della morte dell’attore.

“Alto, imponente, più di quanto apparisse al cinema e in tv… aveva destato un certo stupore. Non ci credevano troppo neanche i ragazzini di un oratorio salesiano, cooptati a far da comparse per le cosiddette ‘scene di massa’ – proseguì il regista –. Quando se l’erano ritrovato di fronte, con un fazzoletto intorno al collo per non rovinare il trucco, la talare sbottonata e aperta sulla canottiera, un sigaro in bocca e un bicchierone con un liquido giallognolo in mano: ‘Quello non è Don Bosco, quello è cattivo, invece Don Bosco è buono’. Ma si sbagliavano. E avevo ragione io, perché Ben, sottratto ai ruoli consueti di ‘villain’, del cattivo, sapeva sprigionare per quell’insolito personaggio una credibile virile dolcezza”.

Secondo Castellani, Ben Gazzara “aveva molto amato quel ruolo anche per un senso di riconoscenza verso l’oratorio salesiano che, nella sua New York, lo aveva accolto, ragazzo di strada, figlio di poveri emigranti siciliani, insegnandogli a vivere e a recitare. Credo che abbia dato il meglio di sé in quel personaggio così vero, non il don Bosco delle immaginette della pietà popolare ma il Don Bosco difensore dei ragazzi e dei giovani, contro i ‘poteri forti’ si direbbe oggi”. E questa valutazione di Castellani era stata condivisa nientemeno che dal Papa di allora: “Anche Giovanni Paolo II mi disse di averlo molto apprezzato: ‘Mi è piaciuto quel Don Bosco così energico’, e aveva sottolineato la frase con un gesto delle mani”.

Pur essendo un lavoro corale, fu certamente in buona misura merito dell’interpretazione di Gazzara se il film non fu soltanto un’immaginetta biografica del Santo. In effetti l’attore italoamericano ne fece risaltare tutta la statura umana e religiosa, tanto da affermare, da parte sua: “Un santo è uno che impegna tutta la sua vita combattendo per uno scopo. Senza consapevolezza di santità, e io non ho voluto fare un ‘santino’, ma un uomo. Sono stati poi gli altri, giudicando la sua vita, a parlare di santità. Spero soltanto che il pubblico di oggi, distratto e frastornato da Rambi e Guerre Stellari, s’interessi ad un uomo così”.

Tra le critiche della pellicola piace ricordare quella estremamente positiva del compianto Gian Luigi Rondi, per lungo tempo considerato il decano dei critici cinematografici italiani, che riferendosi alla vita di Don Bosco, scrisse: “Leandro Castellani, sorretto da una storia costruita in questo modo, senza molte increspature ma con climi intensi, l’ha rappresentata evitando a sua volta ogni sentimentalismo insistito, attento alla ricostruzione storica dell'epoca ma anche dei modi di vita di quei ragazzi all'inizio abbandonati e sbandati, qui con bozzetti dal vivo, là con pagine meditate e nitide, senza cedere mai ai trionfalismi dei successi né all'iterazione degli ostacoli: con quella figura al centro permeata in egual misura di umanità e di santità. Ottenendo, sia sul piano del racconto sia su quello delle emozioni, dei risultati molto degni. Favoriti da una fotografia (di Renato Tafuri) tutta colori effusi, con dominanti giallo oro, e da una musica (di Stelvio Cipriani) in equilibrio fine tra il profano ed il sacro. Cui va aggiunta, ma non certo per ultima, l’interpretazione di Ben Gazzara come Don Bosco: così somigliante, schietta e concreta da suggerire la preghiera”.

Segnaliamo per i lettori di ANS la versione italiana del film disponibile in rete.

Gian Francesco Romano

InfoANS

ANS - "Agenzia iNfo Salesiana" - è un periodico plurisettimanale telematico, organo di comunicazione della Congregazione Salesiana, iscritto al Registro della Stampa del Tribunale di Roma, n. 153/2007.

Questo sito utilizza cookie anche di terze parti, per migliorare l'esperienza utente e per motivi statistici. Scorrendo questa pagina o cliccando in qualunque suo elemento, acconsenti all'uso dei cookie. Per saperne di più o negare il consenso clicca il tasto "Ulteriori informazioni".