RMG – I missionari della 155ª Spedizione Missionaria Salesiana: don Joseph Reddy Vanga, dall’Ispettoria di India-Hyderabad (INH) alla Visitatoria di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (PGS)

(ANS – Roma) – Grazie alla 155ª Spedizione Missionaria Salesiana la Visitatoria “Beato Filippo Rinaldi” di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone (PGS) sta per accogliere due nuovi missionari: uno di loro è don Joseph Vanga, dall’India. “Il Signore che mi ha chiamato mi condurrà avanti. In ogni cultura, Dio è presente in modo vivido nella vita delle persone” afferma.

Ciao Joseph! Presentati…

Sono don Joseph Vanga. Vengo dall’Ispettoria di Hyderabad, che copre lo Stato del Telangana, Hyderabad e la parte meridionale dello Stato di Odisha, in India. Attualmente sono al sesto anno di sacerdozio e andrò a lavorare in Papua Nuova Guinea e nelle Isole Salomone. È una meravigliosa opportunità per me condividere la mia vocazione missionaria!

Cosa ti ha ispirato a scegliere di diventare missionario?

Per parlare del mio retroterra vocazionale missionario, devo dire che provengo da un remoto villaggio dello Stato dell’Andhra Pradesh. I miei genitori sono agricoltori che dipendevano dalla Provvidenza di Dio nei momenti di difficoltà e di fallimento dei raccolti. La gente dipendeva dall’agricoltura per il proprio sostentamento. Ancora oggi la gente è orgogliosa del villaggio perché è stato eretto da un missionario. Padre Arulananda Swamy (secondo la lingua del posto), appartenente alla Società missionaria di San Giuseppe di Mill Hill e proveniente dai Paesi Bassi, giunse come missionario e, nel corso degli anni, portò alcune famiglie e costruì il nostro villaggio. Alla fine, la fede della gente è cresciuta e ora abbiamo più di 1.500 famiglie cattoliche. È il secondo villaggio cattolico più grande dello Stato dell’Andhra Pradesh. Un piccolo seme che era stato piantato da lui è diventato un albero enorme in termini di numeri e di fede, e questo è stato di grande ispirazione per me.

Durante il mio periodo di teologia allo Studentato Teologico “Sacro Cuore” di Shillong, un giovane sacerdote missionario ci fece visita dall’Africa. Ci diede la “buonanotte salesiana” e condivise con noi le sue esperienze sulla missione. Quel discorso mi ha fece riflettere sull’essere missionario e da quel momento ho iniziato a pensare alla vocazione missionaria. Poi ho parlato della mia chiamata missionaria con il mio Direttore spirituale, e lui mi ha incoraggiato a portare avanti la mia decisione.

Sei felice del luogo in cui stai andando? Hai paure o preoccupazioni riguardo al nuovo luogo, alla cultura e alla gente?

Una parola sul mio nuovo luogo di missione, cioè la Papua Nuova Guinea e le Isole Salomone. Don Alfred Maravilla, Consigliere Generale per le Missioni, aveva chiesto la mia opinione su questa destinazione missionaria. Ho dato il mio consenso, dicendo che sono pronto a mettermi a servizio ovunque nel mondo. Non mi spaventa il luogo, né la gente. Il “corso Germoglio” ci ha dato tempo sufficiente per riflettere sulla nostra missione. Attraverso la preghiera, sono in grado di formare le mie convinzioni. Dopo aver raggiunto il luogo della mia missione, mi inserirò lentamente nella nuova cultura. Quello che credo è: “Il Signore che mi ha chiamato mi condurrà avanti. In ogni cultura, Dio è presente in modo vivido nella vita delle persone”. Sono certo che ci saranno delle sfide. Ma non importa, perché, con la grazia di Dio, sarò in grado di accettarle e alla fine di superarle.

Come hanno reagito i membri della tua famiglia, gli amici e i confratelli quando hai parlato loro della tua vocazione missionaria?

Quando ho parlato della mia vocazione missionaria ai miei genitori, hanno avuto timori e ansie, inizialmente non erano d’accordo con la mia decisione. Ho spiegato loro il lavoro e le sfide dei missionari in varie parti del mondo. Ma hanno accettato la mia decisione dopo aver conosciuto la vita dei missionari. Ho la fortuna di avere dei confratelli meravigliosi, molti di loro mi hanno detto di continuare a lavorare per i giovani senza partire per le missioni, ma io sentivo dentro di me che Dio mi chiamava a diventare missionario. I membri della mia Ispettoria hanno sempre sostenuto le mie iniziative. Sono grato all’Ispettore, ai suoi Consiglieri e ai miei formatori, che mi hanno aiutato a diventare un buon salesiano.

Quali sono i tuoi piani e sogni per la tua vita missionaria?

Innanzitutto, dovrò imparare la lingua locale, inserirmi nella cultura locale ed essere uno strumento di benedizione per il popolo di Dio. In secondo luogo, vorrei crescere profondamente nella vita spirituale e avvicinare le persone a Dio. Come missionario cercherò di trasmettere i valori del Vangelo alle persone attraverso una vita esemplare. Che la Sua volontà si compia nella mia vita e attraverso di essa.

Hai in mente qualche modello di grande missionario di cui vorresti seguire lo stile di vita?

Ho alcuni esempi a cui mi ispiro: per esempio, Abramo, nell’Antico Testamento, poi San Paolo Apostolo, San Francesco Saverio, l’apostolo dell’India, e San Giovanni Bosco, il padre e fondatore della nostra Congregazione. Tutti loro sono stati umili nel seguire la volontà di Dio. Hanno avuto un grande zelo ed entusiasmo nel proclamare l’amore di Dio a tutti gli uomini. Hanno superato tutte le difficoltà della vita, hanno vinto le sfide e non si sono mai scoraggiati, soprattutto quando la vita si è rivelata minacciosa.

Qual è il tuo messaggio per i giovani riguardo alla scelta e alla vocazione missionaria?

Che le vostre preghiere mi aiutino a mantenere lo sguardo su Cristo nei momenti buoni e in quelli cattivi. Che Dio mi conceda forza e grazia per compiere la Sua volontà nella mia vita.

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