Rifletto spesso su questa realtà sorprendente: siamo consapevoli come umanità che l'affabilità, il comportamento rispettoso, i segni di dolcezza e attenzione, le espressioni di fraternità e solidarietà, l'Amore vissuto nei diversi ambiti della nostra vita, ci riempiono profondamente il cuore e tuttavia, socialmente, come gruppi umani, regioni, nazioni, troviamo così difficile realizzarlo, creare comunione tra i popoli, unire le forze che contribuiscono a renderci più umani.
Ma questo non accade solo nelle questioni della 'grande politica' o della 'macroeconomia', con interessi spesso contrastanti, ma sovente anche tra famiglie, tra fratelli, tra parenti...
Tutti sappiamo che è così.
Ebbene, pur riconoscendo questa realtà, il Natale, la Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, ci ricorda che la Salvezza ci è stata data, ci è stata data in dono, e dobbiamo continuare a costruire un mondo dove Dio sia sempre più presente e ci circondi con il suo Amore. Certo, a volte è difficile per noi, perché se c'è una cosa che abbiamo, è la piena libertà di fare e disfare, di costruire e demolire, di aggiungere e sottrarre, ed è così che ci stiamo facendo strada verso un'Umanità migliore, ma a volte ci sembra di fare anche molti passi indietro.
Vi auguro per questo Natale, in cui stiamo imparando a convivere con la minacciosa presenza del Covid, di non rinunciare a lasciarci sorprendere dal sorriso di Dio, che si traduce in tante cose semplici.
Un esempio meravigliosamente umano è il nostro atteggiamento davanti ad un bambino: quando sboccia il suo sorriso rimaniamo incantati e sentiamo una forte emozione per quel segno di bellezza e innocenza.
Gesù, dice Papa Francesco, "è il sorriso di Dio", perché è venuto a comunicarci l'amore del Padre. Il suo messaggio fu accolto da Maria e Giuseppe, che riconobbero nel suo sorriso la misericordia di Dio per loro e per tutti coloro che aspettavano il Messia.
E noi, in questo Natale, davanti al Figlio di Dio che nasce uomo, possiamo sentire che in Lui Dio ci sorride e sorride a tutti i poveri della terra, a tutti coloro che aspettano la salvezza, che aspettano un mondo più fraterno, un mondo dove le guerre e la violenza siano superate, dove ogni uomo e ogni donna possano vivere nella loro dignità di figli e figlie di Dio.
Un tappeto a Valdocco
Ho nel cuore una immagine serena che qualche settimana fa mi ha colpito al cuore. Ero a Valdocco, ed erano le tre del pomeriggio. Stavo attraversando il cortile e un’ombra discreta ha attirato la mia attenzione. Ho guardato più da vicino e ho visto che era un giovane che sotto il piccolo portico sotto le camere di Don Bosco e stava pregando. Era musulmano: aveva steso il suo tappeto sul pavimento e, rivolto verso la Mecca, si inginocchiava e si alzava in piedi, secondo il rito della sua religione.
Non comunicava con il 'suo Dio', ma con l'Unico Dio, nel modo e nella maniera in cui la sua fede lo esprime. Era molto concentrato nella sua preghiera e non si preoccupava di chi passava e sicuramente non si accorse che io, senza disturbarlo e con molto rispetto, lo stavo guardando.
Per caso, in quel momento ero appena uscito dalla cappella Pinardi dove il Santissimo Sacramento, il Signore Gesù presente nell'Eucaristia, è esposto durante tutta la giornata, e mi sembrava bello che Valdocco e lo stesso portico dove Don Bosco era stato tante volte con i suoi ragazzi e dove avevano pregato insieme, fosse il portico che raccoglieva e ospitava la preghiera di quel giovane musulmano. Perché il sorriso di Dio è un sorriso per tutti i suoi figli e figlie in questo nostro mondo. Siamo tutti frutto del suo Amore e della sua Creazione.
E proprio come il portico di Valdocco, le case salesiane di tutto il mondo accolgono ogni giorno decine di migliaia di ragazzi, ragazze e giovani di tutte le religioni perché lì, nella casa salesiana, si preparano alla vita, crescendo in Umanità e anche nella Fede, certamente vissuta ed espressa nella loro religione familiare, tribale o etnica, ma sempre come figli e figlie dell'unico Dio.
Per questo, cari amici, vi dono i miei auguri di Natale con tutta l'umanità e la fede di cui sono capace. E continuo ad invitarvi tutti ad essere tra coloro che credono che il mondo ha bisogno del nostro piccolo contributo per un'Umanità che sia più simile al sogno di Dio per noi.
Vi auguro un Santo Natale e faccio miei gli auguri del Papa:
«Portate questo augurio ai vostri cari a casa, specialmente ai malati e agli anziani: che possano sentire la carezza del vostro sorriso. Ogni sorriso è una carezza. Sorridere è accarezzare; accarezzare con il cuore, accarezzare con l'anima. E rimaniamo uniti nella preghiera».
Dio vi benedica e possiate avere un santo e bellissimo Natale.