I salesiani in Venezuela sanno chiaramente che per la rinascita morale del Paese l’educazione è la prima risorsa. Nell’ultimo anno scolastico il Governo Maduro ha battuto tutti i record negativi, lasciando le scuole senza insegnanti, senza studenti e senza risorse, al punto che la professione di insegnante è così degradata che le facoltà pedagogiche languono per mancanza di studenti e gli insegnanti abbandonano la scuola.
Ma il carisma educativo impegna i salesiani a non abbandonare a loro volta i giovani, le scuole o i centri di formazione professionale in cui operano. Il contributo concreto dei salesiani in Venezuela è dato da 18 centri educativi in totale, il cui servizio è rivolto prioritariamente a bambini e giovani poveri.
La Chiesa, di fronte a tale emergenza, sta cercando soluzioni e da tempo i salesiani e le altre congregazioni si preoccupano di rispondere a questa realtà mettendo a disposizione di allievi e docenti alimenti e libri. La Famiglia Salesiana, con tutti i suoi membri e da diverse parti del mondo, sta partecipando attivamente con l’offerta di risorse, insieme alla Caritas e alla Croce Rossa.
Il popolo venezuelano riceve poi l’appoggio della Congregazione Salesiana e in particolare del Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che ha ripetutamente affermato: “Non siete soli. Dalle diverse parti del mondo salesiano siamo attenti a ciò che vivete e siamo consapevoli di tutto ciò che accade”.
Da parte sua mons. Jhonny Reyes, salesiano e vicario apostolico di Puerto Ayacucho, sottolinea che in molte scuole rurali dell’Amazzonia venezuelana “gli insegnanti sono autentici eroi. Con le difficoltà che esistono, rifiutano le offerte di lavoro e gli stipendi che arrivano loro dall’altro lato del confine, dalla Colombia, e decidono di continuare a prendersi cura di minori e giovani”.
“Ecco perché – conclude – dobbiamo continuare ad aiutarli e fare la nostra parte per le generazioni future del Paese”.
Fonte: Misiones Salesianas