Italia – Accoglienza, donazione di sé, capacità di sognare: il Rettor Maggiore indica la rotta a giovani e Famiglia Salesiana

22 Maggio 2018
Torino - Borgo San Paolo Foto: La Voce e il Tempo

(ANS – Torino) – Mentre ormai entra nel vivo l’attesa per la festa di Maria Ausiliatrice, ancora più solenne quest’anno per il 150° anniversario della consacrazione della Basilica a Lei dedicata a Torino-Valdocco, si è conclusa ieri, lunedì 21 maggio, la Visita di Animazione del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, alla Circoscrizione Speciale di Piemonte e Valle d’Aosta. Tanti e importanti gli appuntamenti che lo hanno visto protagonisti nelle ultime giornate.

Sabato 19 maggio, nel pomeriggio, a Valdocco, Don Á. F. Artime ha incontrato i ragazzi del Movimento Giovanile Salesiano. Un momento che ha fatto vibrare i cuori dei più di 500 partecipanti. In quel clima di gioia ed allegria che contraddistingue lo stile educativo di Don Bosco, i giovani si sono stretti intorno al Rettor Maggiore per dimostrargli il loro affetto e la loro riconoscenza, per raccontargli le esperienze importanti del loro cammino e per confrontarsi sui temi che reputano più carichi di significato per la vita: l’annuncio missionario del Vangelo verso i più poveri, lo stile di animazione e di educazione ereditato dal Santo Fondatore, la vita di fede e le scelte “vocazionali” della propria vita.

Il Rettor Maggiore ha stimolato i giovani sui diversi temi invitandoli a sognare in grande. In merito all’animazione missionaria ha osservato: “Il Papa ci invita costantemente a vivere una Chiesa in uscita. Le nostre case salesiane, i gruppi giovanili che frequentano i nostri ambienti, devono avere come prima condizione un impegno concreto ad essere aperti a tutti. Con una testa ‘aperta’ ed un cuore ‘aperto’. La diversità è un dono e l’accoglienza è una parola cristiana. Avere la sensibilità di comprendere questo è già avere la predisposizione per una Chiesa in uscita. Non c’è bisogno di attraversare il mondo per vivere tutto questo. Un cuore aperto all’accoglienza è il dono che dobbiamo custodire e far crescere. Io credo di più nel vostro cuore cari giovani che nel cuore dei politici e delle persone importanti”.

Intervenendo sull’animazione in oratorio, a conclusione del progetto di Pastorale Giovanile “Anima MGS - L’arte di animare. Animare l’arte”, ha detto: “Quello che è prezioso ai miei occhi è ciò che rimane della esperienza dell’animazione: la mia vita è bella e lo è ancora di più se colgo fino in fondo l’opportunità di condividere, di donare il mio tempo e la mia persona. Continuate a farlo e a prepararvi per viverlo fino in fondo”.

E sulla vocazione, ha catturato l’attenzione di tutti quando ha pronunciato: “Lo vedrete nella vostra vita che non potete aspettare che le cose più importanti vi siano servite su un piatto d’argento, così come ci propongono i mass media. Le cose importanti hanno una strada diversa. Non dipendono dalla fortuna. Nessuno verrà a regalarvi il posto della felicità, è una conquista e un cammino personale. Non vivete senza un progetto di vita, un sogno da realizzare, un ideale. Cosa desidero fare della mia vita e cosa ha sognato Dio per me? Quando il sogno di Dio viene ad abitare nel mio, allora è sicuro che la mia vita sarà piena. Non vi dico che sia facile, che sarà senza sacrifici. Ma vi dico che sarete felici”.

Domenica 20, Solennità di Pentecoste, il Rettor Maggiore ha visitato la comunità salesiana nel quartiere Borgo San Paolo, a Torino, in occasione, dei 100 anni di presenza salesiana: ha presieduto la Messa nella parrocchia “Gesù Adolescente” e incontrato i ragazzi e i giovani dell’oratorio. “Qui, in questo quartiere umile che porta evidenti i segni della crisi economica – ha detto – il cortile è veramente la casa di Borgo San Paolo, dove tutti si sentono accolti”.

Imponente, infatti, l’investimento dell’oratorio “San Paolo” sui progetti educativi, di orientamento al lavoro e di accoglienza che mirano a proteggere in particolare chi è più fragile, secondo il metodo educativo proprio di Don Bosco. È proprio sui minori che vivono nella fragilità che puntano le attività dell’oratorio, che infatti dall’ottobre 2016 ospita anche alcuni Minori Stranieri Non Accompagnati, di età compresa tra i 14 e i 17 anni.

Pensando anche a loro il Rettor Maggiore ha detto nell’omelia: “Non è possibile dirsi cristiani e allo stesso tempo chiudere le porte. Non sono i politici a doverci dire cosa dobbiamo pensare sulle persone. Essere comunità cristiana e salesiana significa, in primo luogo, vivere con porte, mente e cuore aperti all’accoglienza delle diversità”.

La festa è poi proseguita nel cortile salesiano con un flash mob danzante, tenuto dagli animatori, e canti e balli animati dai bambini e dai ragazzi dell’oratorio e del catechismo.

Nel pomeriggio della stessa giornata il Rettor Maggiore ha incontrato nel Teatro Grande di Valdocco i membri dei vari gruppi della Famiglia Salesiana, per un totale di oltre 400 persone. Il X Successore di Don Bosco ha invitato ciascuno dei presenti a “vivere nella Chiesa la bellezza della propria vocazione, con il carisma proprio di ogni gruppo della Famiglia Salesiana”. Poi ha ricordato anche che per fare ciò è necessario un cammino profondo di conoscenza reciproca: non si può infatti amare ciò che non si conosce.

Le sue parole hanno coinvolto ed emozionato la platea, che è intervenuta con numerose domande. A motivo della Pentecoste, il Rettor Maggiore dei Salesiani ha inoltre sottolineato: “la cosa più preziosa che possiamo e dobbiamo offrire agli altri è la nostra testimonianza di comunione: mostrare la nostra Famiglia Salesiana unita è un dono prezioso di Dio e dello Spirito Santo”.

Lunedì 21 maggio, infine, a vent’anni dall’ultima visita di un Rettor Maggiore dei Salesiani, il X Successore di Don Bosco ha intrattenuto i ragazzi del grande Centro di Formazione Professionale (CFP) salesiano di Fossano, in provincia di Cuneo, di cui ha benedetto il nuovo laboratorio di impianti termo-idraulici ed energetici.

Nell’incontro con i giovani allievi, il Rettor Maggiore ha lanciato un messaggio di grande apertura e confronto tra popolazioni, tra religioni tra culture diverse: “Il mondo è bello, bellissimo. Le nazioni sono diverse l’una dall’altra. Le culture sono diverse. La gente ovunque è molto accogliente. Non pensate mai di essere i migliori, vi aiuterà molto a capire la diversità. Non lasciate che i politici di turno influenzino il vostro pensiero, voi avete un cuore, siate voi a scegliere a cosa credere e a cosa pensare. E non dimenticate mai che il vostro popolo, quello italiano, è un popolo di migranti”.

Da parte sua, don Bartolomeo Pirra, Direttore dell’istituto fossanese, ha sottolineato: “Il Rettor Maggiore ha deciso di venire a visitare questo istituto, questa casa, perché ben esprime il sogno di Don Bosco. Ragazzi bravi ed impegnati, formatori appassionati che li seguono e laboratori all’avanguardia fanno del centro che dirigo un punto di riferimento di tutto il Piemonte. Da parte mia ringrazio la Provvidenza che continua a fornirci gli strumenti per poter continuare ad andare avanti”.

Un grande entusiasmo ha pervaso l’assemblea quando Don Á.F. Artime ha spiegato quanto Don Bosco sarebbe stato felice in mezzo a quei ragazzi: “Oggi avrebbe il vostro taglio di capelli, anche lui avrebbe un cellulare e un account su un social network. Ai suoi tempi il mezzo di comunicazione più evoluto era la tipografia, per questo volle avere la tipografia più all’avanguardia per quei tempi”.

In conclusione, prima della benedizione di rito, il X Successore di Don Bosco ha rivolto un ultimo, accorato invito ai ragazzi: “Non rinunciate mai ai vostri sogni, perché il giorno in cui smetterete di sognare, significherà che state diventando vecchi”.

Fonte: Salesiani Piemonte

InfoANS

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