L’incontro del Papa con i presuli venezuelani – la Delegazione era composta, oltre che dal Presidente, anche dai due Vicepresidenti, dal Segratario e dai cardinali venezuelani Jorge Urosa Savino e Baltazar Porras, rispettivamente arcivescovi di Caracas e Merida – è durato circa mezz’ora e non è stato seguito dal consueto comunicato stampa della Santa Sede.
Il Papa – ha testimoniato mons. Pedron, che ieri ha incontrato i giornalisti – si è mostrato “molto commosso” nel venire a conoscenza del “modo in cui il popolo soffre”, e ha rinnovato il suo appoggio ai vescovi, dicendo loro di continuare ad accompagnare il popolo in questi tempi difficili e di fare riferimento alla lettera inviata in passato dal Segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin che ben conosce la realtà del Venezuela essendo stato Nunzio Apostolico nel paese dal 2009 al 2013.
In quella lettera venivano indicati 4 punti per uscire dalla crisi attuale, a carico del Governo: la necessità di un canale umanitario, il riconoscimento del Parlamento, la liberazione dei prigionieri politici e le libere elezioni.
I vescovi, da parte loro, hanno comunicato di aver consegnato al Papa una lista delle vittime della repressione, circa 70, e nuovi dati statistici sulla crisi umanitaria nel paese latinoamericano, ma hanno sottolineato anche come la Conferenza Episcopale non abbia alcun interesse a “mettersi in confronto con il governo”, perché i vescovi “non rappresentano alcuna linea, se non quella del Vangelo”; piuttosto, sono andati dal Papa e si battono “per difendere il nostro popolo”, consapevoli che la situazione è tale per cui c’è “bisogno di aiuto”, di medicine, cibo, e del diritto a manifestare.
Successivamente all’udienza con il Papa i vescovi venezuelani sono stati ricevuti dal cardinale Segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin.
La Santa Sede segue con attenzione l’evolversi della situazione in Venezuela, e nel 2016 è stata soggetto facilitatore insieme all’Unione delle Nazioni del Sudamerica al tavolo di mediazione tra governo e opposizione. Inoltre, il 30 aprile scorso, il Papa aveva rivolto un appello a tutte le componenti della società venezuelana per trovare soluzioni pacifiche alla crisi umanitaria; e l’8 maggio era stato diffuso un messaggio del Pontefice ai vescovi, affinché non si lasciassero vincere “dalla sfiducia o dallo scoraggiamento” e continuassero a “costruire ponti”.