RMG – Le opere sociali che rendono vivo Don Bosco oggi: “Don Bosco Fambul” a Freetown

24 Gennaio 2025

(ANS – Freetown) – Fondata nel 1998, Don Bosco Fambul (DBF) è un’importante organizzazione non governativa salesiana con sede a Freetown, la Capitale della Sierra Leone, nata inizialmente per riabilitare e reintegrare i bambini-soldato nella società. Nel corso del tempo, DBF ha ampliato la sua attenzione per sostenere i bambini più vulnerabili del Paese, compresi i bambini di strada, le vittime di abusi, di tratta, matrimoni precoci o sfruttamento sessuale. L’organizzazione è oggi un’istituzione simbolo a livello nazionale nella protezione dell’infanzia e gestisce i più grandi centri di assistenza temporanea e terapeutica per bambini maltrattati della Sierra Leone.

La missione di DBF è proteggere, riabilitare, riunificare e reintegrare i bambini e i giovani vittime di gravi violazioni dei loro diritti in Sierra Leone. Guidata dal Sistema Preventivo di Don Bosco, DBF adotta un approccio integrale alla protezione dei minori; un approccio che coinvolge famiglie, autorità e comunità, affrontando i bisogni fisici, intellettuali, emotivi e spirituali di ogni bambino o bambina.

L’organizzazione sostiene i valori di apertura, accettazione, trasparenza, rispetto, onestà, responsabilità, ottimismo e creatività e opera attraverso due principali campus a Freetown, ciascuno con dei servizi specifici e mirati:

Il campus “Fort Street” ospita i seguenti progetti:

-       “Mobil”, che conduce programmi di sensibilizzazione e interventi per i bambini che vivono per strada.

-     “Hope Plus”, che fornisce istruzione, formazione e sostegno al reinserimento delle ragazze minorenni sfruttate nella prostituzione.

-      “Pademba”, che si concentra sulla riabilitazione dei ragazzi con precedenti penali;

-      “Childline”, che gestisce un numero verde (525) attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per i bambini in stato di crisi, garantendo una risposta rapida e l’invio a servizi adeguati.

Mentre il campus terapeutico accoglie al suo interno:

-      “Girls’ Shelter”, che costituisce un centro di accoglienza sicuro per le ragazze che hanno subito abusi o che sono state vittime di tratta o di crudeltà, offrendo loro assistenza psicosociale, medica, educativa e legale;

-  “Girls’ Shelter Plus”, che si indirizza sul salvataggio e la riabilitazione delle ragazze coinvolte nella prostituzione, offrendo un’assistenza integrale e un percorso verso un futuro migliore;

-    “Child Care Centre”, che offre un rifugio temporaneo, cure e riabilitazione ai ragazzi vulnerabili, compresi i ragazzi di strada e le vittime di negligenza o sfruttamento;

-       “Group Home”, che garantisce un’assistenza alternativa a lungo termine ai ragazzi che sono stati rifiutati, trascurati o abbandonati, aiutandoli a ricostruire le loro vite in un ambiente tutelato. 

Il Centro terapeutico DBF opera 24 ore su 24, 7 giorni su 7, con personale qualificato, offrendo programmi innovativi e collaborazioni strategiche. Inoltre, dispone anche di un laboratorio metallurgico e di un’officina meccanica per la formazione tecnica dei suoi beneficiari impegnati nello sviluppo di competenze professionali.

Il DBF lavora, inoltre, a stretto contatto con organizzazioni locali e internazionali o istituzioni governative per migliorare il proprio impatto, quali ad esempio, la coalizione di ONG contro le discriminazioni di genere e le violenze sessuali “Community of Practice (CoP) for SGBV”; il centro di accompagnamento ed emancipazione femminile “Rainbow Initiative and Aberdeen Women’s Centre”, il “Network for Street Children”, i Ministeri per gli Affari Sociali, il Welfare e l’Unità di Sostegno Familiare, e altre iniziative e strutture che combattono la tratta di minori.

Yappoh Koroma (nome di fantasia), oggi 18enne, rimase orfano già da piccolo e vittima della tratta di minori. Grazie all’intervento della Polizia e del Ministero per gli Affari di Genere e dell’Infanzia, venne a contatto con il DBF ma nonostante molti sforzi non venne rintracciato alcun parente interessato a prendersene cura. Riconoscendone le inclinazioni e le potenzialità, i membri del DBF lo hanno iscritto a dei corsi di meccanica, che poi ha portato avanti presso l’officina del centro terapeutico del DBF, dove ha ulteriormente affinato le sue competenze. La trasformazione di Yappoh da vittima vulnerabile della tratta a giovane meccanico specializzato e dal futuro promettente dimostra il potere delle opportunità e della determinazione.

Sando Sesay (nome di fantasia), è una bambina di 9 anni che ha subito abusi sessuali da parte di suo cugino; il quale non ha abusato solo di lei, ma anche di sua madre e delle sue sorelle. La vicenda è stata denunciata alla Polizia, ma il colpevole è ancora in libertà, e da tre anni Sando e le sue sorelle sono ospitate al DBF. Sfortunatamente, nessuno degli altri membri della famiglia ha fatto loro visita durante questo periodo, facendo sentire Sando e le sue sorelle abbandonate e trascurate.

Sando deve affrontare sfide significative per affrontare il trauma dell’abuso e gestire una situazione familiare difficile. Dopo aver perso il padre, la madre – sordomuta e parzialmente cieca – non è stata più in grado di fornire supporto e gli altri membri della famiglia non sono intervenuti per aiutarle; anzi, uno zio ha persino suggerito di darla in adozione. Nonostante tutto questo, Sando spicca per la sua determinazione a proseguire gli studi, frequenta la terza elementare al DBF e sta ottenendo buoni risultati scolastici, ma si impegna anche nella danza culturale, nei concorsi a quiz e nel coro, che le danno gioia e nuove amicizie su cui poter contare.

Le storie di Yappoh e Sando sono solo alcune tra le tante di cui il DBF è stato protagonista e artefice.

InfoANS

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