La mattina di giovedì 22 febbraio è iniziata come di consueto con la celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani. Poi, durante la mattinata, l’assemblea ha ascoltato con attenzione le parole di don García Morcuende, il cui discorso si è concentrato su due punti chiave.
In primo luogo, ha presentato l’Africa come una terra di speranza per le sue dimensioni, per la sua diversità culturale, linguistica ed etnica, per la sua seducente bellezza geografica, per la sua storia, per le sue lotte e soprattutto per la giovinezza della sua popolazione e per le sfide che essa presenta. Poi ha invitato a ripensare con saggezza il lavoro pastorale salesiano, immaginando nuove strade da percorrere. È stata l'occasione per il relatore di evocare temi quali: l’inculturazione, la risposta alle problematiche sociali dei giovani, la pastorale vocazionale, la formazione professionale dei giovani come motore di sviluppo e la leadership salesiana.
Il pomeriggio è stato dedicato alla visita del Memoriale commemorativo del genocidio del 1994, noto nella lingua locale come “Kwibuka 29” (memoria 29 anni dopo). È stato un momento emozionante per tutti.
La folta compagine dei circa 125 salesiani presenti a Kigali per la Visita d’Insieme è stata accolta dal benvenuto della guida che li ha accompagnati nella perlustrazione del memoriale. “Questo è uno dei memoriali del genocidio sorti in Rwanda… un posto per ricordare e come monito per il futuro” ha esordito la guida.
Dopo aver assistito con commozione ad un video introduttivo con alcune testimonianze di chi è sopravvissuto e su come ce l’ha fatta, i Figli di Don Bosco hanno visitato i vari ambienti del museo, le sue tre diverse mostre e il parco in cui sono sepolti oltre 250mila delle vittime del genocidio.
Percorrendo i vari ambienti, i salesiani presenti hanno ripercorso la storia del genocidio e colto le questioni sottostanti e le sfide pastorali che ne emergono, così come l’attualità dell’enciclica Fratelli Tutti di Papa Francesco.
Alla fine della visita, dopo aver lasciato un messaggio anche sul libro firme dell’istituzione, il Cardinale Fernández Artime, attorniato dai suoi confratelli, ha guidato un breve, ma sentito momento di preghiera: “In questo momento, dopo tutta la meditazione che è stata il contemplare il memoriale e il dolore generato dalla mancanza di fraternità, vogliamo pregare anzitutto per quelli che stanno già con il Signore: che continui a proteggere le loro famiglie, il suo popolo e questa terra. E poi preghiamo a maggior ragione per la pace: in Ucraina, in Palestina e in tanti posti del mondo dove adesso ci sono i conflitti e le guerre”.
E, in conclusione, ha deposto una corona di fiori in memoria delle vittime di questo genocidio e ha terminato sottolineando che è la mancanza di fraternità a causare tali atrocità. Il suo invito finale, dunque, è stato ad essere sempre e ovunque artigiani della fraternità.
Sul canale YouTube della Visitatoria salesiana “San Carlo Lwanga” di Africa Grandi Laghi (AGL) è disponibile un video della visita al Memoriale.