di Édgar Velasco

La storia dell’umanità è profondamente legata alle migrazioni e così è sempre stato. Chi ne dubita semplicemente dovrebbe “risalire di due o tre generazioni per rendersi conto che discende da persone che sono dovute emigrare. Fa parte della condizione umana”, ha espresso l’ex Presidente uruguaiano durante la sua visita al refettorio “Padre Chava” di Tijuana, dove è giunto a motivo di un incontro con i rappresentanti dei gruppi della società civile operativi nel settore migrazioni. E a proposito di chi s’impegna in tale ambito, ha detto: “Non possiamo che ringraziare le persone che s’incaricano di gestire tale fenomeno, che, d’altro canto, non è un problema nuovo”.

La visita dell’ex Presidente uruguaiano è inserita nel contesto del massiccio afflusso di migranti haitiani al confine tra Messico e Stati Uniti. Presso il refettorio salesiano Mujica ha prestato servizio come tanti volontari, fornendo i piatti con il cibo ai migranti, e poi ha preso il suo posto al tavolo per condividere il cibo con loro. Dopo il pasto hanno fatto seguito gli interventi. Leonardo Fernández, ha segnalato che “le migrazioni non sono un problema, ma un’opportunità, un dono che riceviamo come società e che ci permette di ricordare da dove veniamo”.

Don Felipe Plascencia, Direttore della presenza salesiana a Tijuana, ha ricordato nel suo discorso che la storia di Tijuana “è profondamente legata alle migrazioni. Ci sono immigrati recenti, ma anche di una, due e persino tre generazioni”. Quindi ha aggiunto: “la cittadinanza di Tijuana è generosa e subito ha contribuito con cibo, vestiti e quanto serviva. Gli aiuti non sono mancati”.

“Mai nella sua storia l’umanità è stata così ricca di risorse materiali e così avidamente egoista” ha detto poi Mujica. Il quale poi ha anche avvertito: “non intendo tenere chiusa la bocca. Se non siamo in grado di cambiare la situazione, possiamo almeno chiamare più persone ad unirsi e a collaborare. Una cosa mi ha insegnato mia nonna: l’unica lotta che si perde è quella che si abbandona”.

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