In apertura dei lavori, moderati dal Salesiano Cooperatore Massimo Melodia, don Franco Di Natale, coordinatore della Famiglia Salesiana di Sicilia, ha esortato i presenti “ad avere lo sguardo rivolto ai giovani” per costruire “una Famiglia Salesiana fatta di persone non nostalgiche, ma in cammino verso una meta cui arrivare insieme; che non si limiti solo ad annunciare, ma che si sporchi le mani; discepoli di un cammino attraverso la profezia della comunione e della corresponsabilità”.
“La Famiglia Salesiana è assolutamente importante per le attività che facciamo tutti e oggi Don Bosco è più attuale che mai, soprattutto nella lotta alle povertà; il suo esempio deve essere per noi un faro per capire che dobbiamo continuare ad essere con i giovani, gli ultimi e gli abbandonati” ha sottolineato da parte sua Agostino Sella, Presidente dell’Associazione Don Bosco 2000 di Piazza Armerina.
La cooperativa Centro Orizzonte Lavoro ha avuto occasione di presentare il proprio lavoro e impegno attraverso la sua Vicepresidente, Dony Sapienza: “La cooperativa sociale, di matrice salesiana, è oggi braccio operativo della Pastorale Giovanile dell’Ispettoria nel settore dell’orientamento e dell’inserimento lavorativo, e contribuisce a ridurre la disoccupazione giovanile in Sicilia e potrà fare ancor di più con il supporto della Famiglia Salesiana. Possiamo programmare e agire insieme”.
Salvatore e Linda Adamo, dell’associazione “MetaCometa”, che ha il suo specifico nel promuovere l’affido familiare per i minori in situazione di rischio, hanno esortato i presenti a “non sfuggire dalle proprie responsabilità. Cosa possiamo offrire come Famiglia Salesiana se vogliamo accompagnare il cambiamento e la scelta di futuro che arriva con chiarezza dalle giovani generazioni? I giovani, più che mai, hanno bisogno di famiglia, il luogo naturale dell’accoglienza, dell’incontro, dell’alterità e della cura”.
Dopo i lavori di gruppo, che sono serviti a riflettere e a rendere concrete le sfide lanciate dai relatori, ci si è riuniti nuovamente in assemblea dove all’Ispettore e all’Ispettrice è stato affidato il compito delle conclusioni.
“Siamo chiamati, prima di tutto a dare molta importanza all’ascolto, tra di noi, ciò ci consentirà di conoscerci, di crescere nella stima e nella fiducia. Credo poi che una delle sfide a cui insieme possiamo dare una risposta qualificata sia quella dell’educazione affettiva e sessuale. La complessità della società contemporanea esige una visione sistemica e integrale che ci richiede di lavorare sempre più e sempre meglio in sinergia per il presente dei giovani di oggi” ha sottolineato suor Maccione.
“Organizzare la speranza’ è una frase del vescovo Tonino Bello, citata da Papa Francesco, e deve guidare il nostro ‘pensare ed organizzare’, la nostra missione che può essere ‘speranza’ per tanti giovani e adulti che incontriamo come Famiglia Salesiani, ben sapendo che la speranza con la ‘S’ maiuscola è Gesù Cristo e noi siamo inviati a testimoniarlo con coerenza e credibilità della nostra vita che ha un colore particolare: la salesianità – ha evidenziato da parte sua don Giovanni D’Andrea, Ispettore dei Salesiani di Don Bosco di Sicilia –. Il mio ‘sogno’ è quello di poter avviare nel 2025, anno giubilare, un’opera o attività pastorali animate e guidate da più gruppi della Famiglia Salesiana. Sarà il modo per organizzare la speranza è rendere ancora vivo e vivificante il carisma di Don Bosco in Sicilia”.
I giovani dell’oratorio Villaurea hanno curato le musiche per intrattenere i partecipanti al convegno. La giornata si è conclusa con la celebrazione eucaristica.
Valerio Martorana