Mons. Savio Hon Tai-Fai è un nunzio atipico, non avendo seguito il tradizionale curriculum diplomatico. Salesiano, mentre i nunzi vengono tradizionalmente chiamati dal clero diocesano, è nato nel 1950 a Hong Kong e ha emesso i suoi voti religiosi nel 1975 per l’Ispettoria “Maria Ausiliatrice” (CIN) comprendente le presenze salesiane di Hong Kong, Macao e Taïwan. Ordinato sacerdote nel 1982, ha conseguito il baccellierato in Filosofia presso l’Università di Londra e il dottorato in Teologia presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma; è stato responsabile della traduzione del Catechismo della Chiesa Cattolica in cinese, e ha servito come Professore di Teologia presso il Seminario del Santo Spirito ad Hong Kong.
Ha servito come Vicario di CIN dal 1995 al 2001 e dal 2001 al 2006 come Ispettore.
Diventato membro della Commissione Teologica Internazionale nel 2004, è stato così notato dall’allora cardinale Ratzinger, che divenuto poi Papa Benedetto XVI lo ha ordinato vescovo nel 2010, e lo ha assegnato alla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli – l’ente vaticano che fino allo scorso giugno sovrintendeva alle terre di missione – nel quale Mons. Hon Tai-Fai ha lavorato come Segretario, al servizio del cardinale Ivan Dias, prima, e del cardinale Fernando Filoni, poi.
Nel 2012 è stato nominato membro del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali e nello stesso anno è stato nominato membro del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
Nel 2016, Mons. Hon Tai-Fai ha servito come Amministratore Apostolico dell’arcidiocesi di Agana, nello stato insulare di Guam, e l’anno successivo è stato nominato nunzio apostolico in Grecia, il suo primo incarico nel servizio diplomatico. È stato anche uno degli organizzatori della visita di Papa Francesco in Grecia (dicembre 2021).
La realtà della Libia, in cui il salesiano Hon Tai-Fai sarà ora chiamato ad operare come primo rappresentante diplomatico del Pontefice, è stata segnata in tempi recenti dalla presenza di vasti flussi migratori, che vedono molti migranti vittime di situazioni estreme, quali privazione della libertà e maltrattamenti, per poi tentare una traversata in mare verso l’Europa dagli esiti incerti e troppe volte mortali.
La Libia è anche terra di prova per i pochi Cristiani che vi abitano: circa 300 residenti permanenti, a cui vanno aggiunti circa 40.000 lavoratori distaccati e una popolazione di migranti difficilmente stimabile. Papa Francesco ha recentemente annunciato che la Chiesa Cattolica desidera riconoscere come martiri i 21 cristiani – per lo più copti d’Egitto – uccisi in Libia nel 2015.
Nonostante una presenza cristiana che risale fino all’antichità e precede l’arrivo dell’Islam, non ci sono diocesi in Libia e il cattolicesimo è tuttavia ancora associato al passato coloniale del Paese. Sono tuttavia presenti tre vicariati apostolici (Tripoli, Bengasi, Derna) e una prefettura apostolica (Misurata), e due chiese: una a Tripoli, l’altro a Bengasi.