Nel primo incontro della sua seconda giornata a Tenerife il Rettor Maggiore ha potuto visitare la sede territoriale della fondazione per parlare con più di 100 educatori che svolgono il loro lavoro nelle Piattaforme di Educazione Sociale dell’Ispettoria salesiana di Spagna Maria Ausiliatrice (SMX).
Accompagnato da don Juan Carlos Pérez Godoy, Consigliere per la Regione Mediterranea, don Ángel Asurmendi, Superiore dell’Ispettoria SMX, Ignacio Vázquez, Direttore della fondazione, e don Francisco Ruiz e don Francisco Jaldo, i Direttori delle case salesiane sull’isola, il Rettor Maggiore ha conosciuto i progetti di assistenza residenziale, inserimento socioeducativo e sociooccupazionale che l’istituzione salesiana realizza tra i giovani a rischio seguendo il Sistema Preventivo di Don Bosco. Le attività della fondazione, diffuse in tre comunità autonome attraverso più di 160 progetti sociali della fondazione, sono caratterizzate da un’educazione completa e da un accompagnamento personalizzato, con la persona protagonista del suo processo e un clima familiare a fare da cornice.
Successivamente il Rettor Maggiore ha vissuto un momento speciale con i veri protagonisti: più di 100 giovani beneficiari dei progetti che hanno atteso con impazienza, scrivendo messaggi indirizzati a Don Á.F. Artime, accanto ad un grande cuore che presidiava il cortile e riportava uno dei motti di Don Bosco: “Siete dei ladri. Mi avete rubato il cuore”.
Nell’occasione Bamba, un giovane senegalese, ha condiviso la sua testimonianza di vita e ha raccontato come ha scoperto l’opera della fondazione salesiana e di Don Bosco. E poi Asari, Begoña, Tayloa e Mustafa hanno raccolto il testimone e hanno rivolto le loro domande al Rettor Maggiore: come si “aggancia” un giovane che conosce i salesiani e decide di restare? Cosa ci si sente a succedere ad una persona come Don Bosco? Cosa si può portare ai giovani attraverso questo lavoro? Cosa dire ad un giovane che si trova per strada in cerca di una via d’uscita? A tutte il X Successore di Don Bosco ha risposto con affabilità, facendo capire che il “sapore di famiglia” è il marchio di fabbrica del cuore salesiano.
“Ho detto di sì perché amo molto i giovani – ha esordito Don Á.F. Artime – Questo mi dà una grande pace come Rettor Maggiore. Essere il Successore di Don Bosco è una cosa molto bella. Nessuno dei dieci successori, come si legge in varie lettere, si è mai sentito degno di questo servizio. Don Bosco è troppo grande con un cuore pieno di amore per Dio e per i giovani. Io mi sento piccolo, ma cerco, insieme a tutti noi che formiamo la famiglia di Don Bosco, di realizzare il suo sogno”.
“I sogni che avete, i grandi valori che vi accompagnano e la fiducia nelle vostre possibilità sono la vera sfida”, ha poi insistito, ponendo l'attenzione sulla persona di ciascun giovane.
“Agli educatori dico che, tra tutti i giovani che possiamo incontrare, i più vulnerabili, quelli più a rischio, quelli per strada… Tutto ciò che possiamo fare per loro sarà la nostra priorità”, ha detto.
Dopo le domande, due giovani, Rocío e José Alberto, gli hanno dedicato il brano “Corazón Salesiano” di Nico Montero. L’incontro si è concluso, dopo la toccante testimonianza del salesiano José Luis Aguirre, con la consegna del cuore “rubato a Don Bosco” e di un video realizzato dai giovani carico di messaggi e di sogni. “Grazie mille, Don Ángel, per questo tempo” ha concluso Ignacio Vázquez, Direttore della fondazione salesiana.
Fonte: Salesianos.info
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