Al posto delle “Camerette di Don Bosco”, dove si poteva osservare la presenza di Don Bosco a Valdocco, oggi i visitatori possono conoscere nei dettagli la realtà della Tettoia e di Casa Pinardi, il primo insediamento dell’Oratorio di Don Bosco. “Qui, in questi ambienti, sono è nata una pedagogia che ha cambiato la vita dei ragazzi di Don Bosco, qui sono passate 11 persone che oggi la Chiesa riconosce come venerabili, beati o santi: questo vuol dire che Valdocco è stata una scuola di umanità e di santità e noi vogliamo trasmettere questo patrimonio al mondo”, ha detto il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime nella conferenza stampa di presentazione del nuovo museo.
Sempre il Rettor Maggiore ha poi comunicato che, nell’ottica di valorizzazione di Valdocco come custode della memoria storica salesiana, i documenti più importanti delle origini della Congregazione saranno trasferiti dall’Archivio Centrale al Museo Casa Don Bosco.
Sempre nella conferenza stampa è intervenuto il critico d’arte Vittorio Sgarbi, exallievo dell’istituto salesiano di Este. “Ci sono vari tipi di santi. In tanti la dimensione umana viene sublimata dalla canonizzazione, mentre Don Bosco resta tale, umano, viene difficile chiamarlo San Giovanni Bosco…” E quanto al nuovo allestimento “dalle soluzioni efficaci” ha osservato: “Non ci sono Tiepolo, Picasso o Giotto, ma un racconto: quello della vita, dell’educazione, dei libri letti, dei santini, del culto…”
La seconda giornata, sabato 3 ottobre, è stata invece dedicata alle autorità istituzionali. Oltre al Rettor Maggiore sono intervenuti anche i responsabili dei lavori architettonici e dei progetti museografico e museologico. Il ricco parterre di autorità ha visto la presenza degli Ambasciatori di alcuni Paesi Latinoamericani fortemente segnati dalla presenza salesiana, quali: Ecuador, Panama, Costa Rica, Colombia, Guatemala, Brasile, Messico ed El Salvador.
Nella giornata di ieri, domenica 4, dopo la Solenne Eucaristia presieduta dal Rettor Maggiore nella Basilica di Maria Ausiliatrice, è avvenuta l’apertura al pubblico del “Museo Casa Don Bosco”.
“Abbiamo cercato di rappresentare questo lungo percorso di santità giovanile, a partire dal 1846, all’interno del Museo Casa Don Bosco che è stato inaugurato in questi giorni grazie all’ingegno e alla passione degli ideatori e delle maestranze che vi hanno lavorato. La comunità salesiana di Valdocco è lieta di mettere a disposizione di tutti voi e del mondo intero questa perla preziosa che testimonierà la grandezza di Don Bosco, della prima comunità salesiana e del coraggio di innumerevoli giovani ed educatori che stano continuamente guardando a questo padre e maestro dei giovani” ha detto nell’occasione don Cristian Besso, responsabile, insieme alla Direttrice del Museo, Stefania De Vita, del progetto museologico.
Quindi, il Rettor Maggiore ha effettuato il simbolico taglio del nastro, affiancato da Madre Yvonne Reungoat, Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e dal suo predecessore alla guida della Congregazione, Don Pascual Chávez.
L’attuale Museo Casa Don Bosco, che ha visto collaborare e l’architetto Sergio Sabbadini, Massimo Chiappetta per il progetto museografico, si presenta molto diverso rispetto alla precedente esposizione, risalente al 2000. Una superficie complessiva di circa 4mila metri quadrati, con ben 27 spazi espositivi.
L’intervento progettuale ha mirato, attraverso un lavoro di restauro conservativo, a raccontare la storia degli edifici. Particolarmente fedele alle origini è il piano interrato, pervaso da una luce naturale, che si connette direttamente con la stanza del trapasso di Don Bosco.
Su ANSFlickr (2 ottobre - 3 ottobre - 4 ottobre) e su ANSChannel sono disponibili foto e video degli eventi.