L’obiettivo del progetto sostenuto dalla Procura Missionaria di Madrid era quello di offrire sostegno agli sfollati interni di Tonj e dello Stato occidentale di Bahr-el-Ghazal, che si trovano in questa situazione a causa di terribili conflitti tra le frontiere. Queste persone sono rimaste senza casa e si sono rifugiate nelle foreste adiacenti, senza cibo, acqua, riparo, servizi igienici e medicine.
Le famiglie sfollate, dopo essere state contattate e regolarmente registrate, hanno ricevuto una donazione di beni di prima necessità. Sono stati più di 3.500 gli sfollati interni che hanno beneficiato di questi articoli di emergenza. Tutta la popolazione ha espresso felicità e grande apprezzamento per l’impegno dei missionari salesiani, che non hanno mai fatto mancare il proprio sostegno alle comunità vulnerabili e a quelle maggiormente colpite dai conflitti.
Oltre alla distribuzione di beni primari e di medicinali, in questi mesi sono stati condotti anche programmi radiofonici, durante i quali sono state spiegate le misure preventive da adottare al fine di prevenire il contagio da coronavirus.
Come spiegato dettagliatamente in un rapporto stilato da don Joseph James Nakholi, le principali aree di intervento sono state lo Stato di Tonj (e l’omonima capitale), e quello di del Bahr-el-Ghazal, specie nelle zone di Bap-Chok, Kapara, Dakum, Kuelcok e nella zona del Checkpoint.
“Gli standard sanitari delle famiglie, e soprattutto dei bambini, sono stati migliorati grazie alla fornitura di medicinali – prosegue don Nakholi nel report – la popolazione si è anche ripresa emotivamente e psicologicamente dopo l’intervento dei salesiani”, prosegue.
Interventi simili, destinati agli sfollati interni, sono stati estesi anche nel villaggio di Lepers, grazie all’intervento della Procura Missionaria salesiana della Corea del Sud e della “John Lee Memorial Foundation”, fondazione eretta in memoria del compianto missionario salesiano coreano don John Lee, SDB, al fine di aiutare la missione in Sudan del Sud.
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