Nel suo messaggio il Papa esordisce incoraggiando “a continuare con convinzione, gioia e rinnovata fedeltà il cammino tracciato dal Fondatore, il Beato Bronislao Markiewicz”. Egli seppe coltivare i semi datigli dalla Provvidenza “mediante l’esperienza di vita religiosa nella Congregazione Salesiana e nell’amabile rapporto diretto con San Giovanni Bosco”. E nella sua patria, la Polonia, radunò uomini e donne nel servizio ai bambini poveri ed abbandonati, e la sua eredità è stata raccolta e portata avanti da tanti suoi figli spirituali – anche a costo della vita, come testimoniano i martiri e Beati Ladislao Błądziński ed Adalberto Nierychlewski, CSMA.
Oggi i Micheliti sono attivi attraverso scuole, oratori, case-famiglia, case di accoglienza e altre realtà assistenziali e formative. Per questo Papa Francesco indica loro il vasto campo dell’educazione “umana e cristiana … il dono più grande che anche oggi siete chiamati a offrire ai bambini e ai giovani trascurati”. E ricordando la frase del beato Markiewicz: “Vorrei raccogliere milioni di bambini orfani da tutte le nazioni e di tutte le razze per condurli a Dio”, il Papa esorta la CSMA: “Il vostro Istituto è chiamato a dedicare ogni premura e attenzione alle realtà giovanili e sociali esposte al pericolo del male e dell’allontanamento da Dio”, consapevoli che “i più bisognosi oggi assumono il volto non solo di coloro che vivono nella carenza materiale, ma spesso sono schiavi dei moderni condizionamenti e dipendenze”.
Anche l’apostolato della Congregazione attraverso i media viene sottolineato dal Pontefice. “La Casa Editrice Michalineum e i due periodici: Temperanza e Lavoro e Chi come Dio, non sono soltanto l’eredità del Fondatore, ma costituiscono preziosi mezzi di comunicazione sociale che, adattati alle esigenze attuali e arricchiti da moderne tecnologie, possono raggiungere molti, generando frutti di bene nelle menti e nelle coscienze della gente”.
“I tempi attuali – conclude, infine, il Papa – hanno bisogno di persone consacrate che sappiano guardare sempre più alle necessità degli ultimi, che non temono di realizzare il carisma dei loro Istituti nei moderni ospedali da campo… Occorre essere uomini di comunione, superare le frontiere, creare ponti e abbattere i muri dell’indifferenza. Nell’itinerario di una rinnovata fedeltà al carisma, non mancate di fare riferimento alle parole che lungo questi cento anni hanno illuminato il cammino della vostra benemerita Congregazione: il grido vittorioso di San Michele Arcangelo, ‘Chi come Dio!’”.