Migranti, rifugiati e sfollati in Myanmar e in tutta l’Asia affrontano sempre più situazioni difficili: “Sono spesso in fuga, vivono in luoghi sovraffollati e con un’assistenza sanitaria inadeguata” ha scritto il presule in una lettera diffusa sul finire di giugno.
I conflitti rimangono la causa principale della migrazione forzata in Asia, focalizzandosi poi sul proprio Paese, il Myanmar, dove “guerra, tensioni interetniche, scelte politiche causano lo spostamento di migliaia di persone che ora muoiono di fame nel Nord dello stato di Rakhine e in altri stati come il Chin”. Il Cardinale ha lanciato un appello, auspicando che “qualsiasi conflitto che causa sofferenza alle persone sia risolto attraverso il dialogo e una costruttiva ricerca della pace”.
Riferendosi al contesto birmano e all’intero continente, ha aggiunto: “Occorre dare priorità ai principi riconosciuti del diritto internazionale, propri dei paesi civili per quanto riguarda la protezione degli sfollati”, ricordando che “i migranti e gli sfollati in Asia non devono affrontare discriminazioni causate dalla crisi legata alla pandemia del Covid-19 (…). È urgente includere le esigenze di rifugiati, richiedenti asilo e sfollati interni in tutte le politiche di risposta al Covid-19, dal soccorso agli aiuti economici per la sopravvivenza”.
“Per porre fine alla crisi sanitaria, alleviare la fame e la povertà indotta dalla pandemia e per prevenire lo sradicamento delle persone come rifugiati e sfollati - ha rilevato - bisogna affrontare le vere cause dei conflitti, fermare le offensive militari e consentire agli sfollati di tornare ai loro villaggi”, ha detto il Cardinale.
Il porporato salesiano ha infine lanciato un accorato monito alle autorità politiche e religiose asiatiche, perché “prestino particolare attenzione alla difficile situazione di migranti, rifugiati e richiedenti asilo privi di documenti, e perché li aiutino con tutto il sostegno di cui hanno bisogno”.
Fonte: Agenzia Fides