Angola – Un nuovo centro di emergenza per proteggere i ragazzi di strada di Luanda da contagio e violenza

30 Aprile 2020

(ANS – Luanda) – Nelle situazioni di crisi quelli che incontrano le maggiori difficoltà sono i più vulnerabili: i bambini e i ragazzi di strada rientrano certamente in questa categoria. Sergio Pitocco, rappresentante dell’ONG salesiana “Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” (VIS) in Angola, racconta nel dettaglio cosa fanno laici e salesiani per loro.

“Sono arrivato in Angola la prima volta circa 22 anni fa. In quel tempo la città di Luanda viveva un continuo stato di emergenza dovuto al conflitto civile che per lunghi anni ha martoriato questo Paese. In questi giorni circolando per la città mi sembra di ritornare indietro nel tempo, quando al calar della sera la città era deserta, elettricità e servizi essenziali spesso venivano a mancare e l’Angola sembrava essere un mondo a parte. Questa volta l’emergenza è arrivata da lontano e paradossalmente, in un certo senso ci avvicina di più al resto del mondo con il quale condividiamo una emergenza globale che sembra ora non avere più le frontiere definite dalle politica internazionale” racconta l’operatore VIS.

In Angola lo stato di emergenza nazionale, con quarantena obbligatoria, è stato decretato il 24 marzo scorso; ad oggi sono stati riscontrati circa 27 casi positivi al Covid-19, tutti di persone rientrate dall’estero e intercettate in aeroporto.

“In questo momento – prosegue Sergio – si avvertono 2 grandi preoccupazioni: la prima riguarda le carenze strutturali del sistema sanitario nazionale che, come nella maggior parte dei Paesi africani, non è in grado di effettuare adeguati screening tra la popolazione; non si ha quindi ad oggi la percezione di quanto il virus si stia effettivamente diffondendo. La seconda preoccupazione è più a lungo termine e riguarda gli effetti devastanti che la nuova instabilità sta creando tra la popolazione, soprattutto tra le fasce più carenti e vulnerabili”. 

Tra i gruppi più a rischio ed esposti ci sono i numerosi bambini in situazione di strada di Luanda che, oggi come 22 anni fa, sono sostenuti ed aiutati dal VIS e dai Salesiani di Don Bosco.

Racconta ancora Sergio: “Da diversi anni, insieme, stiamo realizzando un programma di reintegrazione dove attraverso più fasi i bambini ed adolescenti la cui casa è la strada, vengono reinseriti in famiglia. La prima fase del programma, si svolge nelle strade con i nostri educatori e psicologi ed è diretta a coloro che stanno iniziando questo percorso. Questi ragazzi in questi giorni di destrutturazione sociale sono più che ma esposti ai rischi della strada, alle malattie, all’eventuale contagio del Covid-19, alla mancanza di fonti di sussistenza ed alle violenze degli adulti e spesso purtroppo, anche delle forze dell’ordine”.

Sono state pertanto riorientate alcune attività del progetto “Vamos Juntos” sostenuto dall’Unione Europea e da altri benefattori, aprendo un nuovo centro di emergenza dove proporre loro di vivere questo periodo in comunità ed in modo organizzato, lontani dai pericoli della strada oggi più presenti che mai.

“Molti di loro hanno risposto positivamente – racconta –. Circa 50 bambini e adolescenti, 9 tra bambine e ragazze e… 1 neonata provenienti dalla strada sono stati accolti, i primi nella ‘Casa Refugio’ del Centro ‘São Domingos Savio’ dei Salesiani, le seconde nella casa Maria Mazzarello delle Figlie di Maria Ausiliatrice”. 

In questi due centri d’accoglienza bambini e bambine ricevono protezione, alimentazione, prodotti per l’igiene e soprattutto l’attenzione di tanti educatori sociali e volontari che si dedicano loro, aiutandoli ad organizzare la loro vita quotidiana, ad apprendere ed a rispettare le regole di igiene e prevenzione, e a responsabilizzarli.

In una situazione di evidente difficoltà, la Famiglia Salesiana e il VIS cercano di cogliere comunque le possibilità esistenti per fare del bene. Conclude Sergio: “Stiamo cercando di far sì che questa emergenza, grazie alla possibilità di poter garantire un accompagnamento costante da parte di educatori e volontari, possa trasformarsi in una opportunità per svolgere un lavoro più accurato di accompagnamento e di empowerment per i bambini e gli adolescenti che normalmente vivono situazioni di strada, e guardando al futuro, preparare il cammino per un ritorno all’interno delle loro famiglie”.

Fonte: VIS

InfoANS

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