Questi eventi incisero in modo determinante su alcuni giovani le cui Cause sono oggi seguite dalla Postulazione: quella del Servo di Dio don Andrej Majcen (sloveno, missionario in Oriente) e quella del Beato don Titus Zeman (slovacco, martire per le vocazioni). Ad unirle, la figura umile e discretissima del Venerabile don Ignác Stuchlý, legato a entrambi e uomo di collegamento tra territori diversi – Polonia, Boemia, Moravia, Slovacchia, Slovenia, Italia – e che fu presente a Rakovnik il giorno dell’inaugurazione del Santuario, a cui aveva contribuito con grandi sforzi.
In particolare, il cammino salesiano del giovane Andrej Majcen cominciò proprio l’8 settembre di 100 anni fa e a Rakovnik, nei giorni scorsi, i salesiani lo hanno ricordato attraverso iniziative diverse – soprattutto la Messa Solenne di consacrazione del nuovo altare, presieduta da parte del Vescovo di Murska Sobota, Mons. Peter Štumpf.
Nella notte tra il 7 e l’8 settembre 1924, a poche ore dall’inaugurazione del santuario, Andrej Majcen, fino a poco prima maestro presso i Salesiani di Radna, muoveva i primi passi nella vita salesiana. Egli avrebbe iniziato poco dopo il noviziato e il santuario di Rakovnik sarebbe restato un forte punto di riferimento nella sua vita: sia al momento del distacco dalla patria per partire per le missioni, quando il suo ultimo sguardo fu ancora una volta tutto per il Santuario e Maria; sia da anziano, quando vi divenne confessore ricercatissimo, uomo di Dio stimato anche dal vescovo, che gli mandava sacerdoti in crisi. Quando un Superiore aveva voluto capire se poter ammettere Andrej al noviziato, gli aveva semplicemente chiesto se amasse la Madonna: “Ami Maria?”. “Sì”. “Allora puoi entrare in noviziato”.
Un legame tutto speciale con la Vergine fu anche quello di Titus Zeman e, quasi in simultanea all’evento a Ljubljana-Rakovnik, in Slovenia, domenica scorsa, 8 settembre 2024, alle ore 11, i salesiani della Slovacchia hanno fatto memoria del centenario del loro arrivo in Slovacchia con una Messa Solenne nel Santuario di Šaštín, presieduta dal Nunzio Apostolico nel Paese, Mons. Nicola Girasoli, alla presenza anche del Vicario del Rettor Maggiore.
Nella primavera del 1925, quindi a pochi mesi dall’arrivo dei salesiani in Slovacchia, il piccolo Titus, che all’epoca aveva 10 anni, era malato. Quell’anno avrebbe tanto voluto unirsi ai pellegrini che si recavano a Šaštín ma, impossibilitato, volle vivere il pellegrinaggio come “cammino interiore”, affidandosi a Maria: quando i pellegrini ritornarono, egli chiese al papà di prenderlo in braccio e portarlo sulla soglia di casa, per partecipare della benedizione e della grazia del pellegrinaggio. Gli bastò qualche istante, quindi chiese di essere riportato in casa. In quel momento, con tanta fede, Titus ottenne la grazia della guarigione.
Egli infatti “tornò miracolosamente in buona salute e dopo questa guarigione divenne del tutto immune a tutte le malattie”. In quel miracolo di Maria trovò inoltre la sua stessa vocazione salesiana: “la Madonna mi ha guarito!” sapeva Titus.
“I salesiani abitano nella casa di Maria [a Šaštín], allora anche io diventerò Salesiano” sosteneva, inoltre. E quando il Direttore dei Salesiani di Šaštín gli disse: “Tu sei ancora piccolo, non ce ne abbiamo di piccoli come te, qui. Fa freddo, il convento è situato in una palude e ci laviamo ogni giorno con l’acqua fredda. Quando piangerai e vorrai andare dalla mamma, che faremo?”, Titus semplicemente gli rispose: “Che cosa dice? Io so bene che la mamma terrena non ci sarà, ma qui c’è la madre di tutte le madri – la Santa Vergine Maria Ausiliatrice – e lei mi farà da madre!”.
All’ombra di Maria e del suo manto sono dunque fiorite queste vocazioni, ed è significativo come in entrambi i casi la Vergine abbia donato ai salesiani, non appena essi le abbiano dedicato una chiesa o abbiano abitato nei pressi di essa, una vocazione santa direttamente connessa ad altre vocazioni: don Titus Zeman salverà sotto il comunismo numerosi chierici salesiani, arrivando poi ad affermare che se anche uno solo di essi fosse divenuto sacerdote al posto suo non sarebbe stato invano; don Andrej Majcen fu maestro dei novizi in Vietnam, gettando le basi della Congregazione in quelle terre, sino ad essere chiamato il Don Bosco del Vietnam.
Lodovica Maria Zanet,
Postulazione Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana