Guardiamo un attimo alla Prima Settimana Santa. Le esperienze delle persone che erano attorno a Gesù dal momento del suo ingresso a Gerusalemme fino alla sua sepoltura erano praticamente le stesse: senso di lacerazione, impotenza e disperazione. La persona che aveva insegnato loro, li aveva ascoltati, che mangiava con loro, li aveva guariti… Ora non era più con loro. Aveva dato tanta speranza da vivo, ma sembrava fosse andato tutto in frantumi sulla croce.
Ma l’effetto Pasqua cambia la vita. Dei cuori infranti e scoraggiati sono stati trasformati in cuori ardenti e coraggiosi. Così come noi, persone di Pasqua, oggi dovremmo dare un “effetto Pasqua” alle nostre prospettive e approcci alla crisi ecologica. Esattamente come:
- I discepoli di Emmaus, che dopo aver riconosciuto il Signore risorto, non possono tenere il fuoco per sé, ma tornano indietro per quasi sette miglia per condividere la verità e l’energia ritrovata. “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi” (Lc 24,32)
- Saulo, il persecutore, che dopo aver incontrato il Signore risorto diventa Paolo, l’apostolo delle genti. “Questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione”. (Fil 3,10)
- I primi cristiani, un’autentica “comunione di credenti”: “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno”.
Gli episodi di Pasqua ci indicano le giuste prospettive sulle scelte che dobbiamo fare per portare la vita nel mondo e diffondere la verità. Applichiamo questi insegnamenti a favore della protezione della nostra Casa Comune.
Prendiamo ispirazione da San Francesco d’Assisi. Egli, invece della tradizionale immagine di “amministrazione” del Creato, individua con esso un rapporto di parentela: tutte le creature sono nostri fratelli e sorelle, e il Creato è più di qualcosa semplicemente da dominare, poiché in verità annuncia la maestria del suo Creatore. Il “Cantico delle creature” di San Francesco è davvero mirabile, perché in esso Dio viene lodato non solo come il Creatore di tutte le cose, ma anche attraverso le stesse cose create. Tutto, per San Francesco, è specchio della bellezza di Dio; e questo è proprio l’atteggiamento del cuore ardente, che ha fatto esperienza del Signore risorto.
Anche lo scegliere uno stile di vita semplice vuol condividere una delle opzioni fatte dal Figlio di Dio ed entrare così nell’amabile mondo di Gesù. La semplicità per scelta è uno stupefacente segno di contraddizione per un mondo basato sulla ricerca della ricchezza e delle sue comodità. La ricchezza e l’avidità spesso mettono le persone una posizione spiritualmente precaria, dando loro un falso senso di indipendenza. In quella prospettiva, la Madre Terra non è più vista come viva e propositiva, ma come una merce che può essere usata e gettata a piacimento e la libertà umana è equiparata alla libertà di sfruttare la natura e accumulare ricchezze.
Noi sappiamo bene che il grido della Terra e il grido dei poveri sono interconnessi. Per molti, infatti, la povertà non è una scelta di vita, ma piuttosto un destino imposto. Come persone di Pasqua siamo chiamati, così come la prima comunità cristiana, a condividere i doni della vita e ad alleviare le sofferenze altrui. Il concetto di “restituire” è sempre stato una motivazione molto forte per chi ha fatto esperienza del Signore risorto. E ricordiamoci che tutti, in qualsiasi stato e condizione di vita, abbiamo qualcosa da dare.
Oggi la maggior parte delle persone al mondo è consapevole della crisi ecologica, specialmente dell’effetto del riscaldamento globale. Ma se questa consapevolezza ecologica non è adeguatamente motivata e tradotta in azioni, allora rimane una pia illusione. Papa Francesco insiste: “È molto nobile assumere il compito di avere cura del Creato con piccole azioni quotidiane... la responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano” (Laudato Si’, 211).
Tornando alla dichiarazione del Segretario Generale dell’ONU, dobbiamo fare scelte consapevoli nella riduzione dell’uso dei combustibili fossili, cambiando le abitudini in modo da ridurre il riscaldamento globale, e facendo una campagna per un deciso “No” alla plastica. Queste scelte non sono immediatamente convenienti per noi, ma oggi siamo chiamati a percorrere quelle miglia in più, così come fecero i discepoli di Emmaus, per diffondere la verità e riportare la vita.
Quest’anno, la Giornata Mondiale della Terra, fissata al 22 aprile, cade nell’Ottava di Pasqua. Possa questa Pasqua trasformare i nostri cuori spezzati in cuori ardenti, che si prendano compassionevolmente cura della Casa Comune.
Don Ricopar Royan, SDB
Coordinatore regionale della Don Bosco Green Alliance per l’Asia Sud