Ecuador – “La mia esperienza a Esmeraldas sarà unica e ineguagliabile”: Gino il volontario uruguayano

(ANS – Esmeraldas) – Salutare il proprio luogo di missione e allontanarsi dalle persone con cui si è condiviso tanto è uno dei momenti più tristi che un volontario vive. Il suo livello di impegno verso le persone che lo hanno accolto è così forte che dire “addio” significa armarsi di coraggio e chiudere un ciclo di vita per continuare con i progetti che Dio gli ha preparato. Lo ha sperimentato pochi giorni fa Giuliano Maggi, affettuosamente conosciuto come “Gino”, un volontario uruguaiano che ha collaborato al progetto salesiano “Chicos de la Calle” (Bambini di Strada) nella città di Esmeraldas. “La mia esperienza a Esmeraldas sarà unica e ineguagliabile”.

Sei rimasto sorpreso dal posto in cui hai fatto volontariato?

Credo che l’esperienza ad Esmeraldas vada oltre la sorpresa: uno parte con un’aspettativa, ma questa finisce poi per essere superata. Si rimane sorpresi in ogni momento del volontariato, dai primi incontri fino a quando senti che la gente ti accoglie e ti rende parte della sua vita quotidiana, come un membro in più della loro famiglia. Tutto il lavoro finisce per essere meraviglioso e la cosa più difficile è chiudere i cicli, perché poi finisci ad impegnarti in un gruppo. Io ho avuto la possibilità di far ripartire un gruppo di percussionisti e il mio obiettivo era che imparassero e perfezionassero le loro capacità.

Cosa ha reso unica questa esperienza a Esmeraldas?

Dio ti invita ad aprirti e a lasciarti amare; alle volte uno arriva con un atteggiamento di chiusura e nostro Signore ci invita ad amare e a vivere, ad essere testimoni e a mettere in pratica nella propria vita i valori che Lui ha vissuto, ad andare incontro ai più poveri e a rendere viva l’esperienza di Gesù, ma nella propria vita personale.

La tua vita è cambiata dopo questa esperienza?

A livello accademico, mi invita a studiare di nuovo, a cominciare a formarmi in Psicologia e a studiare Educazione Fisica. Ho pensato a nuovi progetti e mi immagino ancora impegnato nel lavoro con i bambini di strada, ma solo Dio lo sa.

I momenti più felici che hai vissuto?

Mi sono sentito appagato quando ho giocato a calcio con i ragazzi, che era un motivo di incontro e di apostolato in un’attività che a loro piaceva. Un altro bel momento è stato quello delle esperienze con il gruppo “Infanzia Missionaria”: quei ragazzi t’invitano a vivere la fede in modo diverso.

Cosa hai imparato dai salesiani?

Ho apprezzato molto il loro lavoro. Don Pedro Vidal è un esempio di santo in mezzo a noi: si lascia sempre del tempo per stare con i bambini. E c’è il sig. Guadenzio Sosio che ha 80 anni, ma la vitalità di un giovane, e passa il suo tempo a lavorare nel laboratorio affinché i ragazzi imparino un mestiere e mettano da parte i loro vizi.

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