RMG – I missionari della 154ª Spedizione Missionaria Salesiana: don Joseph Thông, dal Vietnam (VIE) al Sudafrica (AFM)

(ANS – Roma) – All’inizio di ottobre, mese missionario, si conclude il ciclo di interviste ai missionari che hanno fatto parte della 154° Spedizione Missionaria Salesiana. L’ultimo a presentarsi è un giovane salesiano vietnamita, che già ora spera un domani di essere ricordato come un grande servitore e missionario per la gente che andrà a servire.

Puoi presentarti?

Mi chiamo Joseph Phạm Văn Thông. Ho trentatré anni, vengo dal Vietnam e la mia destinazione missionaria è il Sudafrica. Mi sento molto contento di iniziare la mia vita missionaria.

Cosa ti ha spinto a fare questa scelta di diventare missionario?

La mia vocazione missionaria nasce da un invito di Dio. Dico così perché sento che Gesù Cristo mi dice ogni giorno: “Chi manderò?”, quindi la scelta di essere missionario è stata una risposta alla volontà di Dio. In particolare, sono convinti che questo sia il cammino di santità che Dio mi chiama a seguire.

Sei contento del luogo in cui andrai? Hai timori o preoccupazioni per il nuovo luogo, la cultura e la gente?

Mi sono sentito emozionato e molto contento quando ho saputo che sarei andato in Sudafrica. Tuttavia, ovunque mi trovi ciò che mi preoccupa di più è la lingua. Perché se non si conosce la lingua, non si riesce a “toccare” le persone che si è mandati a servire, anche se si è seduti di fronte a loro.

Secondo me, “SENZA LA LINGUA, IMPOSSIBILE LA VOCAZIONE MISSIONARIA”.

Come hanno reagito familiari, amici e confratelli quando hai detto loro della tua vocazione missionaria?

Ricordo ancora le reazioni di molte persone quando hanno saputo della mia decisione di diventare evangelizzatore-missionario. Alcuni mi hanno incoraggiato, ma molti altri mi hanno detto francamente: “Vai, e poi tornerai dopo qualche anno. Vedrai che ti disilluderai presto”.

Quali sono i tuoi progetti e sogni per la vita missionaria?

Per prima cosa, ho bisogno di un anno per studiare l’inglese. E in futuro, credo che nessuno sappia cosa succederà. Tuttavia, se posso chiedere qualcosa, vorrei morire nella terra in cui sono stato mandato, il Sudafrica. A quel punto, voglio che sulla mia lapide sia inciso il mio nome e queste parole: “Questo è un pastore che ha vissuto con amore per i suoi fratelli e ha pregato molto per il popolo; ha dato la sua vita per il Sudafrica, come fedele discepolo di Cristo”. Se Dio vuole, spero che diventi realtà.

Hai in mente qualche modello di grande missionario di cui vuole seguire lo stile e la vita?

Voglio diventare un missionario come San Paolo, che è un grande missionario caro al mio cuore.

Qual è il tuo messaggio ai giovani riguardo alla scelta missionaria e alla vocazione?

Voglio dire ai giovani che c’è un Dio che li ama sempre. Questo è ciò che devono sapere e a cui devono rispondere.

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