Ma non è stato tutto facile: prima di partire come volontario, è necessario fare una formazione. Così, a febbraio 2020, Diego è andato a Cuenca per la riunione dei pre-volontari, senza immaginare che la pandemia Covid-19 stava per incombere. E invece a marzo successivo i suoi piani sono saltati, perché per il confinamento nazionale doveva restare a casa.
Questa situazione gli fece dubitare di aver preso la scelta giusta, dato che per fare volontariato aveva anche lasciato il suo lavoro e non poteva più aiutare la sua famiglia. Alla fine, però seppe di poter iniziare le sue attività, anche se avrebbe dovuto continuare a fare la formazione in modalità digitale.
E allo stesso modo i primi tempi di volontariato furono “a distanza”: la comunità “Casa Don Rua” di Quito era la sua destinazione, e Diego si teneva in contatto con la sua comunità, frequentava la Messa, pregava e intanto aiutava i suoi genitori dentro casa.
A luglio scorso, finalmente, è potuto andare di persona a Quito per iniziare il volontariato in presenza. Ma neanche allora le cose sono state facili: era l’unico volontario e senza nessun altro che lo guidasse, doveva imparare tutto da solo. Dopo essere stato lì per una settimana, ha avuto di nuovo una crisi, e voleva tornarsene a casa, perché non voleva vivere il suo periodo di volontariato in quel modo.
Quando a Quito la situazione della pandemia è iniziata a migliorare e il Centro di Riferimento “Iñaquito” ha ripreso ad aprire, tre volte alla settimana, Diego finalmente ha cominciato ad andarci e ad animare, con tutte le misure di biosicurezza necessarie, i ragazzi di alcune famiglie bisognose che lo frequentano.
Allora per Diego le cose sono iniziate a cambiare. Ha conosciuto molte delle famiglie dei bambini che aiutava, ha visto come vivevano i bambini, le situazioni che affrontavano e il perché di tanti comportamenti: la maggior parte delle famiglie non aveva nemmeno a sufficienza da mangiare.
Quando ha iniziato il volontariato Diego pensava di studiare gastronomia successivamente. Ma l’aiutare le persone e stare in mezzo a bambini e giovani lo ha reso davvero felice, e allora si è ricordato un consiglio ricevuto: “Se stai facendo qualcosa e sei felice, sei sulla strada giusta”.
Dopo diversi anni, si è domandato: “Che cosa sarebbe successo se fossi entrato nella formazione salesiana?” E ora ha deciso di intraprendere questo percorso.
Anche se all’inizio i suoi genitori non erano d’accordo, ora Diego condivide cosa gli ha detto suo padre: “Se decidi di metterti in qualcosa, non lasciarla a metà e finiscila”.
Lizeth Jima
Fonte: Salesianos.org.ec