Nel suo intervento iniziale don Attard ha preso in esame i risultati del questionario preparatorio per il Sinodo che la Santa Sede ha inviato alle diocesi di tutto il mondo, e che, una volta restituiti, hanno contribuito a formare un documento di lavoro, dato che attraverso di essi i giovani hanno lasciato rivolte alla Chiesa molte domande.
Fondate sulla fede, le risposte dei giovani hanno indicato la necessità di “rivedere l’offerta della catechesi” e “la sua validità per le nuove generazioni”. Inoltre, hanno mostrato il loro impegno a partecipare alla vita della Chiesa. Eppure, afferma il documento, “a volte questa disponibilità si trova davanti un eccessivo autoritarismo da parte di adulti e pastori”.
“Di fronte a queste sfide, quali atteggiamenti dovremmo non solo generare, ma anche favorire e rafforzare?” ha chiesto don Attard ai presuli, sottolineando anche la necessità per la Chiesa di avere verso i giovani “un atteggiamento di apertura, ascolto, accoglienza ".
“‘Cosa vuole Dio da me, qual è il mio futuro, dove vado, cosa mi aspetta…?’ I giovani si stanno facendo queste domande e come sta rispondendo la Chiesa oggi? – ha aggiunto don Attard –. La sfida non è nel contenuto, la sfida più grande è nell’atteggiamento della Chiesa, che deve favorire l’ascolto, il discernimento e proporre qualcosa di nuovo ai giovani”.
Da parte sua don Llanos, esperto di Pastorale Giovanile, Pastorale Vocazionale e Pastorale Familiare, si è concentrato sul “concetto di vocazione”, ponendolo in relazione ai giovani, e ha anche sottolineato la necessità che i vescovi siano più coinvolti nell’accompagnamento dei giovani, se non direttamente, almeno nella “missione di animare le comunità”.