Il tema di confronto ha riguardato la piena attivazione in Italia di un percorso formativo professionale basato sull’imparare facendo e sull’alternanza scuola e lavoro: un’opportunità che assume contorni nitidi con la sperimentazione prevista dal Ministero del Lavoro che a partire da quest’anno coinvolgerà in 24 mesi 60.000 ragazzi.
“Nell’ultimo decennio l’Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) ha consolidato il suo ruolo nel nostro sistema educativo” ha ricordato nella prima giornata di lavori il prof. Pier Antonio Varesi, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sottolineando la portata numerica degli allievi, circa 300.000, la quota elevata di giovani recuperati dopo esiti scolastici negativi, e la capacità d’inclusione sociale con un’alta percentuale di figli di immigrati.
Nella seconda giornata il confronto ha esaminato anche la realtà europea: si è potuto così osservare che nei paesi in cui il sistema duale è ben strutturato l’occupazione giovanile registri risultati migliori. Ad esempio nel 2010, in piena crisi, il 20,9% dei giovani europei tra i 15 e i 24 anni erano disoccupati, mentre in Austria e Germania – dove il sistema duale è radicato – la percentuale era inferiore al 10% (Eurostat LFS, 2012).
Nell’ultima sessione di lavori parole significative sono state pronunciate dal Sottosegretario al Ministero del Lavoro, Luigi Bobba, che ha confermato l’avvio effettivo delle attività legate al Sistema Duale in tre quarti delle Regioni italiane e il passaggio da 150/200 a 400 ore di lavoro effettivo in impresa nell’ambito dell’alternanza Scuola/Lavoro. “C’è soddisfazione perché questi cambiamenti sono stati percepiti come un ampliamento della prospettiva formativa. (…) Con il CIOFS-FP, in particolare, c’è molta collaborazione perché hanno una quota importante dei 300 centri di formazione con cui si è iniziata l’attività e, indubbiamente, hanno cultura e strumenti per attivare il sistema duale”.