Hai trasmesso un bellissimo messaggio attraverso la tua arte. Come è nata questa forma di comunicazione artistica?
Sono un “artista con la sabbia”. Fin da bambino mi è piaciuto questo tipo di arte. Quando ero in oratorio i miei amici giocavano e si divertivano con la palla, ma a me non piaceva il calcio; così mentre loro giocavano a pallone io iniziavo a disegnare sulla sabbia e con le dita tracciavo opere che cominciarono a piacermi e a far parte di quello che sono oggi: un “artista con la sabbia”.
Andrea, cos’è che ti unisce ai salesiani?
Non è che abbia avuto un rapporto molto intenso con i salesiani o con Don Bosco, ma ho avuto la fortuna di conoscerlo a poco a poco. Un giovane salesiano mi ha invitato a creare un’opera d’arte con la sabbia e a farlo direttamente in questo Santuario. E grazie a questo salesiano ho potuto far vivere questo spettacolo nella Basilica di Maria Ausiliatrice.
E cosa hai imparato su Don Bosco?
Don Bosco è un grande santo. Quando ho iniziato a studiare in preparazione a questo evento e a conoscere Don Bosco, sono rimasto sorpreso dalla sua figura. Un santo profondamente ispiratore. Quando s’incontra con il Santo dei Giovani, in una persona, in me personalmente, nascono due atteggiamenti: o lo ami o lo odi. Con Don Bosco non c’è altra opzione. Ma non si può odiare Don Bosco, perché ti sa ispirare, ti dà speranza e fiducia, e il suo lavoro con i giovani è stato grande. Soprattutto il lavoro con i giovani nelle carceri.
Quale messaggio hai voluto comunicare alla festa di Don Bosco?
Ho voluto mostrare Don Bosco come un santo che ama i giovani, che dà loro fiducia, fede e amicizia. È un santo che crede nei giovani... Credo che dare fiducia a un ragazzo significhi offrirgli uno tra i valori più grandi. E il secondo messaggio è la proposta che Don Bosco stesso fece e fa ancora ai ragazzi: avere la capacità di vivere con gioia.
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