Cosa ha provato quando è stato informato della nomina?
Ho sentito il dilemma tra il dire sì o no alla chiamata che Dio mi faceva attraverso la Chiesa. Ho anche sentito il peso della responsabilità e la vertigine dell’inadeguatezza. La Parola di Dio, che in quei giorni risuonava più volte con un “Non temere, Io sono con te”, mi ha aiutato a dare l’unica risposta coerente con la mia scelta di vita davanti a un Dio che mi ama.
Com’è la sua futura arcidiocesi di Rabat? La conosce?
Ci ho vissuto per quasi otto anni. Sono stato parroco lì e ho fatto parte del Consiglio Presbiterale e del Consiglio dell’Educazione Cattolica. Conosco metà dei sacerdoti e dei religiosi, che non superano i 40, in totale, e un buon numero di religiose, che sono circa un centinaio.
Geograficamente la sua estensione è quasi pari a tutta la Spagna. Per numero di abitanti, oltre 30 milioni. I cristiani cattolici… forse 30.000, tutti stranieri, europei o sub-sahariani, ma ci sono anche alcuni asiatici.
L’arcidiocesi gestisce 15 scuole cattoliche con circa 15.000 studenti, praticamente tutti musulmani, e numerose opere sociali, in particolare attraverso la Caritas. Si ha molta cura dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa...
Inoltre viene portata avanti un’importante missione evangelizzatrice e catechetica tra gli studenti universitari subsahariani, che sono numerosi e sono il sostentamento di molte delle piccole comunità cristiane sparse nell’enorme territorio diocesano.
Il dialogo interreligioso è vissuto a tutti i livelli, ma soprattutto in quello della vita quotidiana, nell’amicizia e nell’incontro tra le persone.
E insieme ai cristiani protestanti promuove un Istituto Ecumenico di Formazione Teologica e Pastorale chiamato “Al Muwafaka” (Insieme), specializzato nel dialogo interreligioso e nella conoscenza dell’Islam. Un'esperienza originale e senza precedenti, credo, in tutta la Chiesa.
Dialogo interreligioso e migrazioni sono due delle sfide più importanti che l’attendono?
Sicuramente. Ma la sfida più importante è amare le persone; per amore si vive la fraternità tra cristiani e musulmani e si ha cura dei più poveri e bisognosi, che in questo momento lì sono i migranti.
Fonte: Periodista Digital