Ci racconta la sua storia. "La mattina, appena sveglio prego in comunità e poi insegno nelle scuole "Luisa Mora de Olguín", "Don Bosco" o "Santo Domingo Savio". Ritorno a mezzogiorno per pregare un po’ e pranzare. Nel pomeriggio incontro i leader del lavoro e gli amici...". Leito rapidamente aggiunge: "Il venerdì, sabato e domenica guido in chiesa le attività dei nostri gruppi giovanili, il Circo dei Saltimbanchi, la Compagnia, Mallin e Oratorio".
Hai ancora 4 anni di studio dei 12 programmati, in questo periodo come è stata la tua relazione con lo sport?
Con lo sport ho sempre avuto una particolare predisposizione, anche prima studiavo educazione fisica; arrivato l'anno scorso in città ho chiesto il permesso di praticare il Calcio a cinque e mi è stato concesso.
Hai una grande inclinazione per l'attività fisica, ma hai scelto un altro percorso: cosa hai provato nel prendere questa decisione?
Ho iniziato ad avere una vita spirituale e di servizio in quartieri svantaggiati, e mi chiedevo: "Perché Dio mi ha dato così tanto? Famiglia, studio, cibo e così poco per loro?". Se mi ha dato molto, me l'ha dato da condividere. Ho iniziato a valutare molte cose della mia famiglia e quell’operare tra i giovani: ho così dato lezioni di Calcio a cinque ai ragazzi con sindrome di down ed ho realizzato un'esperienza nella prigione minorile. Ciò mi ha portato a chiedere se proprio questo non fosse il desiderio per tutta la vita. Sono stati quattro anni molto intensi. Un ritiro professionale ha generato ancora più dubbi, oltre a ciò ho avuto altri sogni nella mia vita. Il dubbio è stato molto forte e, nel momento in cui l’ho detto ai miei genitori, ho preso la decisione definitiva e tutte le preoccupazioni sono svanite.
Fonte: www.elciudadanoweb.com