Alla presentazione sono intervenuti: Rafael Bejarano, salesiano e Direttore di “Ciudad Don Bosco” a Medellin; e José San Martín, in rappresentanza di “Misiones Salesianas”.
Don Bejarano ha iniziato la conferenza stampa dicendo che “la Colombia è una bella nazione, la cui sfida oggi è camminare insieme per costruire la pace. Noi crediamo nei sogni dei giovani, per questo lavoriamo con loro”. Il Direttore di “Ciudad Don Bosco” ha poi illustrato il lavoro che i Salesiani svolgono per il bene dei giovani. “La nostra proposta è pastorale e psico-sociale, si basa sul Sistema Preventivo Salesiano, che è la pedagogia della fiducia e si concentra sull’empatia, sulla prossimità a ciascun giovane che giunge alla nostra opera”.
A Catalina è stato chiesto:
Giornalista: “Sei stata costretta ad unirti alla FARC?”.
Catalina: “In un primo momento sono stata io a voler entrare, perché dove vivevo non c’era futuro. Poi, quando ci furono degli scontri volevo scappare via, ma non potevo”.
Giornalista: “E come ci sei riuscita?”
Catalina: “Ho scelto di andarmene, pur se sapevo che mi attendeva la pena di morte, ma sono riuscita a scappare una volta che non c’era il comandante”.
Manuel oggi ha 19 anni; si è unito alle FARC nel 2013 e vi è rimasto per un anno. Ha seguito l’esempio di suo fratello, che è stato ucciso perché dissentiva dalla linea ufficiale delle FARC. “Quando ho visto che lo portavano via e che poi che l’hanno ucciso ho pensato: ‘che cosa ci faccio io qui?’. Ho avuto l’opportunità e ho deciso di lasciare quella vita” ha raccontato.
“Ciudad Don Bosco” è un’istituzione salesiana educativa e sociale, animata dai Salesiani dell’Ispettoria di Colombia-Medellin, in cui bambini, adolescenti e giovani a rischio ed ex combattenti vengono aiutati e reintegrati nella società.
Sono molti i giovani che si nascondono sotto un nome fittizio, ma per i Salesiani non sono fittizie le loro storie, la loro vita, i loro sogni.