I volontari dell’università salesiana hanno svolto un ruolo fondamentale nelle attività.
Gli studenti di Educazione Fisica hanno rilevato il livello di attività fisica e gli stili di vita sedentari nei villaggi, mentre gli studenti di Biomedicina hanno ottenuto informazioni sull’accesso agli esami di laboratorio relativi alle “Infezioni parassitarie del tratto gastrointestinale” e altre informazioni importanti relativi a questo argomento.
Gli studenti di Giurisprudenza hanno svolto un’indagine dettagliata sulla qualificazione del matrimonio e sugli effetti del matrimonio, analizzando i concetti, le tradizioni e i requisiti culturali che danno forma alle pratiche matrimoniali, con particolare attenzione alle loro implicazioni legali e sociali.
Da parte loro, gli studenti di Infermieristica hanno raccolto informazioni sul calendario vaccinale dei bambini indigeni da zero a nove anni, in base ai registri tenuti dall’Unità Sanitaria di Base e al funzionamento della sala vaccinale. Mentre gli studenti di Fisioterapia hanno analizzato le persone con disabilità fisiche, raccogliendo dati su età, genere, disabilità motorie e ausili per la locomozione (come sedie a rotelle, stampelle, bastoni e deambulatori).
Per quanto riguarda il corso di Nutrizione, gli studenti hanno raccolto dati sulla massa corporea (kg) e sull’altezza (m) per classificare lo stato nutrizionale degli indigeni utilizzando l’Indice di Massa Corporea (IMC), mentre gli studenti di Psicologia hanno raccolto dati psicologici attraverso laboratori ludici per analizzare il comportamento della popolazione locale.
Gli studenti di Pubblicità e Pubbliche Relazioni hanno mappato le abitudini mediatiche nei villaggi analizzando l’interazione con i media tradizionali e con Internet, in particolare riguardo l’accesso ai contenuti sui social network, con l’obiettivo di individuare la misura in cui questo li influenza nel contesto scolastico.
Infine, gli studenti di Medicina sono stati divisi in tre gruppi per realizzare i seguenti progetti: mappare il profilo epidemiologico dei pazienti visitati nel villaggio; individuare il grado di scolarizzazione e le attività del tempo libero; identificare le abitudini alimentari; se vivono o meno con animali e se fanno uso di tabacco; analizzare gli strumenti di valutazione utilizzati dall’équipe sanitaria; quali professionisti vedono regolarmente; quale sia il flusso di assistenza sanitaria e se c’è uso abituale di farmaci.
Secondo don Paulo Jácomo, SDB, Vicerettore per la Pastorale di UniSalesiano e parte del Comitato organizzativo del VAMS, queste attività sono vanno intese come importanti tappe di ricerca antropologica, con l’aspettativa che il coinvolgimento dell’università possa incrementare la produzione di materiale accademico nei rispettivi ambiti. “In precedenza la maggior parte dei dati era stata raccolta dai Salesiani, ma ora l’università sta assumendo un ruolo cruciale nello sviluppo e nell’ampliamento di questo lavoro”.
Il Vicerettore per la Pastorale ha anche aggiunto che le comunità servite si sono dimostrate aperte ai progetti, partecipando attivamente alle varie attività. Il crescente coinvolgimento è stato osservato nel tempo e quest’anno è culminato in una maggiore integrazione. “Alla festa di chiusura, ad esempio, ci sono stati spettacoli culturali che hanno simboleggiato il raggiungimento della vicinanza e della familiarità tra i volontari e le comunità”, ha detto.
Secondo don Jácomo, questi dati saranno utilizzati dai volontari nei prossimi anni, contribuendo alla continuità e all’approfondimento delle azioni accademiche e comunitarie. “L’integrazione e la familiarità costruite nel tempo si traducono poi in progressi significativi e consolidano il VAMS come un modello di come l’educazione possa generare azioni concrete dal forte impatto sociale”, ha sottolineato.
E merita di essere segnalato che la progressiva integrazione raggiunta tra membri del VAMS e comunità indigene è stata registrata in immagini e video dal professionista della comunicazione e del marketing di UniSALESIANO, Júnio Aquino, che ha partecipato anch’egli alla spedizione.
Il Vicerettore per l’insegnamento, la ricerca e degli studi post-laurea di UniSALESIANO, prof. André Ornellas, da parte sua ha sottolineato l’importanza di esperienze come questa per la formazione integrale degli studenti. “Il VAMS promuove una significativa crescita personale e professionale dei nostri studenti e le attività svolte nelle comunità indigene generano dati preziosi, contribuendo al progresso accademico e sociale”, ha affermato.
Infine, il Rettore di UniSALESIANO, don Paulo Fernando Vendrame, SDB, ha affermato che il VAMS è un progetto trasformativo, sia per la comunità accademica dell’UniSALESIANO, sia per le popolazioni indigene che accolgono i missionari. “Sono felice che gli aspetti accademici e salesiani vadano di pari passo in questa azione di volontariato”, ha sottolineato.
Monique Bueno
Analista di Comunicazione di UniSALESIANO
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